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Come gestire la fine di una relazione con un narcisista

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Roma 20 gennaio 2022

A  cura del dott. Marco Salerno

La relazione con un narcisista e’molto impegnativa poiché ha grosse difficoltà ad amare  poiché ha difficoltà ad amare se stesso. Non riescono a vedere il proprio partner come una persona autonoma con i propri bisogni ma lo considerano come una persona funzionale alle proprie esigenze e al loro bisogno di attenzione. Quando questo non avviene svalutano il partner o i figli poiché sono completamente incapaci ad identificarsi nell’altro e a considerare i suoi bisogni.  Molte persone sono attratte da un partner narcisista nonostante il dolore che poi infliggeranno loro poiché spesso si presentano come individui affascinanti e disponibili che illusoriamente influenzano la loro autostima. Di solito la preda di un narcisista e’ una persona empatica, sensibile, propensa al sacrificio per gli altri, empatica e poco incline a prendersi cura di sé. A volte sono persone bisognose di una guida, insicure ed incapaci di stare da sole ( e non sole), dipendenti affettive.  Il narcisista invece dopo una fase iniziale di forte ed apparente coinvolgimento iniziano a provare una forte paura dell’abbandono, si sentono vulnerabili pur non mostrandolo, controllano la relazione e reagiscono con il silenzio prolungato dopo un litigio. Le loro relazioni possono essere teatrali ed istrioniche o altre volte silenziose al solo scopo di catturare l’attenzione del partner. I narcisisti si innamorano rapidamente (love bombing) ma perdono tale desiderio in breve tempo attuando prima una critica continua della vittima (svalutazione) per poi  eliminarla dalla loro vita senza tener conto delle conseguenze ( scarto).

Le vittime di un narcisista possono essere individui dalla personalità differente per cui non e’ semplice riconoscere di trovarsi di fronte ad un narcisista. Il segnale più rilevante che aiuta a riconoscere che ci si trova di fronte ad un narcisista e’ il rifiuto assoluto a lasciare che il partner contribuisca a determinare la relazione. L’unico che deve definire e orientare la relazione e’ solo lui, il narcisista. Un altro elemento che aiuta a riconoscere di essere in presenza di un narcisista e’ la sottile e continua manipolazione che attua al fine di isolare la vittima dai propri contatti sociali. Comprendere il ruolo che si ha in una relazione con un narcisista e’ fondamentale per iniziare il processo di decontaminazione e di liberazione. Questo aiuta ad attribuire un ruolo ai due componenti della coppia, a riconoscere le dinamiche comportamentali e i tratti caratteriali che contraddistinguono vittima e carnefice. Riconoscere che il partner narcisista deve alimentare continuamente un senso grandioso e fragile di se’ che cela un profondo senso di inadeguatezza e l’assenza di amore per se stesso. Il passaggio dal sentirsi vittima passiva a persona consapevole di stare in relazione con una persona che sfrutta gli altri si basa sulla necessità di costruire dei limiti fermi ed invalicabili. Solo lo stabilire dei confini chiari, consente di far sapere all’altro il proprio valore. Prendersi del tempo per ritrovare i propri valori, e obiettivi e’ indispensabile per iniziare a fare a meno dell’altro nel processo di rafforzamento della propria autostima. Sei tu l’artefice della tua vita e non puoi mettere nelle mani dell’altro il compito di stabilire il tuo valore. Questo processo aiuta a creare il coraggio che aiuta ad interrompere ogni rapporto con un partner narcisista. Il no contact non ha come obiettivo di colpire il narcisista ma di proteggere chi ha avuto una relazione con lui e di avviare il processo di ricostruzione di sé.

Chiudere  la relazione con un narcisista e’ un processo doloroso e molto faticoso, una vera e propria battaglia con i mulini a vento poiché il narcisista evita ogni confronto ed ogni contatto con le emozioni, e’ sempre pronto a criticare l’altro e a non mettersi mai in discussione.  Quando si decide di lasciare un narcisista si innesca un meccanismo che all’inizio puo’  sembrare difficile da arginare, poiché il narcisista non ama perdere ed essere lasciato ma vuole lasciare. Promette che cambierà  o che  il partner non ce la fa a vivere senza di lui o che non troverà nessuno come lui. Quando finalmente il partner riesce a chiudere ogni contatto con il narcisista e’ bene non farsi convincere dagli ulteriori tentativi che mette in atto per tentare di riconquistare la vittima (manipolazione). Un ultimo problema e’ costituito dai ricordi piacevoli che possono riemergere, generando nostalgia, rimpianto e confusione emotiva. Il ricordo di quando la relazione nella fase iniziale sembrava essere piena d’amore, potrebbero ingenerare confusione ma e’ bene tenere a mente che quei complimenti non erano sinceri ma solo una strategia per adescare il partner. Per non farsi intrappolare dai momenti di nostalgia e’ importante ricordare tutte le offese, le menzogne, i sensi di colpa e le aggressioni subite, le quali non esistono in una relazione sana e reciproca.

 

Bibliografia:

Beck O., Manipolazione affettiva 2.0,

La positivita’ tossica

 

Roma 8 ottobre 2021

A cura del dott.Marco Salerno

 

 

“Andrà tutto bene” e’ la frase più diffusa da quando e’ iniziata la pandemia, la troviamo su cartelli, lenzuola, la ascoltiamo dalle persone che incontriamo pur di sentirci rassicurati e per calmare l’ansia di fronte ad un futuro incerto. Sembra impensabile ma anche una semplice frase come questa può avere una ricaduta negativa sulle persone poiché diventa un obbligo a provare per forza emozioni positive evitando tutto quello che genera una condizione emotiva di difficile tolleranza. Quando siamo costretti ad avere a tutti i costi un pensiero positivo, indipendentemente da quello che proviamo, si parla di positività tossica. Con il termine positività tossica ci si riferisce ad un atteggiamento eccessivamente positivo, che nega ogni emozione non classificabile come positiva. È la convinzione che se ignoriamo le emozioni difficili e  le parti della nostra vita che non funzionano, saremo molto più felici. La positività tossica e’ pericolosa perché e’ uno stato di negazione della realtà e ci costringe a reprimere le nostre autentiche emozioni.

Viviamo immersi in un clima dove l’essere felici e pieni di speranza ad ogni costo e’ un obbligo, basta navigare su social network come facebook ed istagram per rendersi conto del proliferare di personaggi che invitano a vedere tutte le esperienze in chiave positiva, a darsi obiettivi, a superare i propri limiti fino ad affermare che e’ possibile scegliere se vivere emozioni positive o crogiolarsi in quelle definite negative. Insomma non e’ concesso essere tristi, e’ sinonimo di inadeguatezza ed e’ una scelta come se le emozioni fossero prodotti da scegliere sullo scaffale di un supermercato.

In realtà tutte le emozioni hanno un valore e una finalità adattiva, per cui dipende dall’”uso” che ne facciamo, se ci crogioliamo in esso o se, dopo averlo provato, diventa uno strumento per capire meglio noi stessi e per metterci in gioco. Le emozioni ignorate o travestite da un abito di positività diventano disfunzionali, generando una positività tossica che ci confonde  e mina la nostra serenità’. Ogni emozione come la rabbia, il dolore, l’invidia va vissuta ed espressa, bisogna attraversarla perché e’ l’unico modo per non evitarla ed ingigantirla. Scomodando Freud e il suo inconscio, tutto quello che evitiamo e rimuoviamo, rientra nella nostra vita sotto forma di sintomi, per cui non possiamo mai fuggire da noi stessi. Inoltre la positività tossica o toxic positivity, tema approfondito da Stephanie Preston, professoressa di psicologia presso l’università’ del Michingan, e’ una condizione che richiede di essere per forza positivi, alimenta il senso di colpa nell’esprimere le preoccupazioni e le paure, diventando uno stato invalidante poiché  sopprimere il  dolore con dichiarazioni oltre modo felici non è d’aiuto ma  disadattivo.

Al tema di essere positivi a tutti i costi se ne aggiunge un altro molto in voga in questo periodo storico che e’ quello di mostrare di non avere mai o poco tempo libero ed essere sempre indaffarati. Facebook ed istagram sono vetrine in cui le persone pubblicano foto mentre lavorano sorridenti insieme ai colleghi ad orario degni della schiavitù, non a caso e’ stato chiamato in causa Confucio e la sua massima “Scegli il lavoro che ami e non lavorerai mai, neanche per un giorno in tutta la tua vita “.

Lo psicologo Jaime Zuckerman sostiene  che la pressione a essere sempre  produttivi sia una forma di positività tossica come anche il misurarsi con attività nuove o con improbabili sfide fine a se stesse. Zuckerman sostiene che si deve evitare di riempire continuamente la vita di attività nuove, nella vana speranza che ci facciano sentire meglio. Anche in questo caso la fantasia che fare qualcosa di nuovo e sfidante risolva i problemi e ci aiuti ad acquisire fiducia in noi e’ dannosa poiché ci fa scontrare spesso con l’impossibilita’ di raggiungere obiettivi irrealistici.  Zuckerman sostiene che l’evitare il disagio, sostituirlo con fantasie di rinascita o vibrazioni positive e’ dannoso per la salute mentale poiché il dolore va affrontato e non aggirato o rimosso. Piuttosto che essere positivi a tutti i costi e stemperare le emozioni negative, fornendo ricette preconfezionate per raggiungere la felicità,  e’ più indicato ascoltare ed accogliere senza giudizi tutte le emozioni. Se si vuole aiutare sul serio una persona e’ meglio dirle che siamo con lui piuttosto che affermare che andrà tutto bene quando non e’ vero, perché la vicinanza, l’ascolto e l’affetto autentico e’ un dono impagabile che nessuna ricetta può sostituire. E’molto più utile insegnare alle persone ad identificare le emozioni che provano, affrontandole ed elaborandole, piuttosto che sostituirle con la una forzata positività poiché ogni emozione ha valore e deve essere riconosciuta ed espressa.

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Roma 7 luglio 2021

 

A cura del dott Marco Salerno

 

La qualità delle cure genitoriali ricevute nella prima infanzia indicano se la
monogamia o la non monogamia potranno essere strategie emotive e
riproduttive di successo. Se gli apprendimenti che hanno avuto luogo in età
infantile servono a preparare le persone ad un funzionamento sano nel mondo
adulto, i bambini imparano sicuramente molto attraverso l’osservazione dei
genitori. Non a caso spesso i figli di genitori monogami sono monogami mentre i
figli di genitori divorziati hanno maggiore probabilità di divorziare a loro volta, così
come i figli di genitori infedeli sono più esposti al tradimento. L’assenza del padre
predice un atteggiamento sessuale più promiscuo sia nei maschi che nelle
femmine mentre un investimento genitoriale stabile può essere un segnale di un
ambiente ricco di risorse emotive.

I partner infedeli hanno una determinata organizzazione di personalità e un
attaccamento spesso insicuro. Si tratta di persone che hanno punteggi elevati
nella “triade oscura” che racchiude un gruppo di personalità caratterizzate da
narcisismo, intelligenza machiavellica e psicopatia che si accompagna a bassi livelli
di empatia. Tutte le situazioni che favoriscono l’infedeltà’ possono attivare un
assetto mentale più orientato al narcisismo, emozioni come la passione e
l’infatuazione, possono sollecitare l’egocentrismo e un atteggiamento egoista. Le
persone travolte dalla passione hanno minore probabilità di riflettere sulle
conseguenze a lungo termine della gratificazione immediata dei propri desideri di
soddisfacimento sessuale o di coinvolgimento romantico. Il tipo di personalità che
ha maggiore probabilità di essere infedele e’ quello che riesce a suscitare
attrazioni fatali che rendono alcune persone più vulnerabili allo sfruttamento
sessuale ed emotivo. Spesso le illusioni e la negazione possono appannare il buon
senso e la capacità di riconoscere un tradimento in atto. i narcisisti spesso si
attraggono tra loro nel gioco relazionale della conoscenza e della seduzione. Le
persone con elevati tratti narcisistici non solo sono più esposti all’infedeltà’ ma
sono anche attratte da persone infedeli perché credono di vivere nella realtà le
loro grandiose fantasie romantiche. I narcisisti pensano che tutti coloro che non
possiedono le loro caratteristiche di personalità siano dei perdenti. Per loro e’
difficile riconoscere i punti di forza e di miglioramento senza cadere nel
compiacimento e nella vergogna. Allo stesso modo faticano ad individuare le

caratteristiche altrui senza sentirsi invidiosi e sentirsi inadeguati, ma di fronte ai
limiti delle altre persone provano disprezzo o disgusto. La capacità di accettare se
stessi e gli altri con pregi e difetti e’ ridotta. Le opinioni dei narcisisti sui criteri di
fedeltà spesso riflettono una duplicità dei criteri di giudizio che rivela una certa
dose di ipocrisia: e’ accettabile che il narcisista sia infedele ma non che lo sia il suo
partner. Alcuni studiosi hanno rilevato che le persone che hanno la pretesa di un
trattamento speciale sono inflessibili di fronte ad una trasgressione relazionale.
Quindi sembra che le persone più propense ad essere infedeli e a razionalizzare
questo comportamento, siano quelle più implacabili quando vengono tradite. Si
tratta di un atteggiamento che nasconde la convinzione che la propria infedeltà
sia completamente attribuibile alle mancanze del partner. Considerarsi la vittima
innocente di un coniuge pessimo disattiva qualsiasi senso di colpa latente a
proposito dell’infedeltà’. Viceversa non e’ possibile immaginare che il partner
possa avere una valida ragione per essere infedele e quindi i suoi tradimenti
costituiscono una grave offesa da punire.

Le persone con elevati tratti narcisistici poiché sono attratte da persone con
caratteristiche simili, possono non solo essere più predisposte a tradire ma anche
ad essere tradite e in questo caso ne restano sconvolte perché sono certe di non
aver fatto nulla che meriti un tale trattamento. A causa del loro egocentrismo non
riescono ad immaginare in quale misura i tratti della loro personalità possono
contribuire alle complicate situazioni relazionali nelle quali sono spesso coinvolte.
Inoltre a causa dell’inefficacia del loro funzionamento riflessivo e’ difficile che
comprendano quale influenza esercitano sulle altre persone: spesso non
capiscono quanto e’ difficile per il partner convivere con le caratteristiche
narcisistiche della loro personalità tra cui il bisogno di controllo, la pretesa di
avere sempre ragione e la scarsa disponibilità.
Superare l’infedelta’ e’ molto difficile per i partner traditi se il disturbo da stress
post traumatico, insorto dopo il tradimento si combina con un precedente
disturbo narcisistico. Questi pazienti non vogliono assumersi le responsabilità
nell’aver contribuito alle problematiche coniugali. Il narcisista che tradisce ha
difficoltà ad empatizzare con le circostanze che influenzano il comportamento del
partner e comprendere in quale modo il loro modo di comportarsi li renda
responsabili dell’esito delle loro relazioni. Il narcisista tende ad attribuire il
successo della relazione a se stesso e l’insuccesso al partner. Questo tipo di
pensiero contribuisce a far sì che i traditori pensino che il loro comportamento sia
legittimo e i traditi possano giustificare la propria furia vendicativa.

Quando il matrimonio si dimostra frustrante e il narcisista inizia a rammaricarsi della scelta
che ha fatto oppure quando tutti i migliori partner sentimentali sembrano già
impegnati e restano disponibili solo quelli che definiscono gli “avanzi”,come
conseguenza tradire, iniziare una relazione con una persona coniugata oppure
vendicarsi per l’infedeltà’ del coniuge possono sembrare giuste forme di
risarcimento delle scorrettezze e delle ingiustizie subite. Una persona può subire
di disturbo “post traumatico da amarezza” ovvero una reazione traumatica alle
ingiustizie e alle umiliazioni inevitabili della vita. La realtà non e’ sempre all’altezza
delle proprie fantasie sessuali e sentimentali nonostante i migliori sforzi tesi a
realizzare questi desideri. Poiché le persone narcisiste si sentono in diritto di
godere di un trattamento privilegiato, possono anche essere più vulnerabili
all’esasperazione traumatica. Chi tradisce ha un’abilita’ di manipolare gli altri,
definita intelligenza machiavellica che descrive l’abilità di manipolare gli altri al
fine di un guadagno personale spesso contro l’interesse altrui. Alcune persone
sono più manipolatorie di altre. Inoltre, alcune persone possono essere più
facilmente suggestionabili perché il loro pensiero illusorio le induce ad essere più
facilmente ingannabili. L’intelligenza machiavellica è associata ad una maggiore
predisposizione all’inganno sessuale e all’infedeltà’ e persone dotate di tale
intelligenza possono fingere di amare qualcuno solo per ottenere un rapporto
sessuale. Il fatto che molte persone in una relazione monogamica si fidino
ingenuamente del partner e abbiano un legittimo interesse a credere nella sua
fedeltà le predispone ad ignorare i velati indizi di un possibile tradimento e a
razionalizzarli; l’ingenuità’ del partner rende facile essere infedeli e farla franca.
Inoltre la fiducia nella propria astuzia li incoraggia a ritenere che ciò. che un
coniuge tradito ignora non possa farlo soffrire e che la probabilità di essere
scoperti sia sufficientemente ridotta. A fronte della intensa gratificazione sessuale
ed emotiva che può offrire una relazione extraconiugale, vale allora la pena di
affrontare il rischio di essere smascherati. E’ anche possibile ritenere che l’utilizzo
dell’intelligenza e della furbizia consenta di limitare i danni e di ridurre
significativamente le conseguenze dello smascheramento oppure di controllarle.
Chi tradisce ha una idea grandiosa di sé che lo autorizza a non rispettare le regole
e utilizzare l’intelligenza per avere successo con le menzogne. L’infedeltà’ richiede
un’ altra caratteristica di personalità che e’ la volontà di trasgredire e di mentire
pur sapendo che si tratta di un comportamento immorale e nocivo.

L’infedelta’ richiede un certo tipo di freddezza che e’ la caratteristica più evidente della
personalità psicopatica e si traduca nell’indifferenza del fedifrago verso la sofferenza che

può causare alle persone che afferma di amare ovvero il coniuge,
figli, genitori, suoceri, amanti ecc. ai quali ha rubato il partner. Il narcisista
psicopatico difficilmente riesce ad ammettere di possedere caratteristiche di
personalità egoistiche e di essere in grado di mettere in atto sconsideratamente
comportamenti dei quali ci si può pentire. La personalità psicopatica che tradisce
e’ caratterizzata da disinvoltura e fascino superficiale, grandiosità, tendenza
patologica a mentire, inclinazione all’inganno e alla manipolazione, mancanza di
rimorso o senso di colpa, affettività superficiale, una vita emotiva cinica e priva di
empatia e incapacità di assumersi le proprie responsabilità. E’ necessario essere a
proprio agio nel mentire ripetutamente nel nascondere la relazione
extraconiugale e per riuscirvi con successo e’ importante manipolare tutti coloro
verso i quali si dichiarano sentimenti amorosi, senza l’interferenza del senso di
colpa e del rimorso e senza empatia per il trauma del tradimento inflitto al
partner.
Se si viene scoperti e’ necessario negare ogni responsabilità, dichiarare la propria
innocenza, affermando che il partner muove accuse false ed e’ paranoico. Una
volta detta la verità e’ necessario sostenere che la colpa e’ esclusivamente del
partner e che si e’ stati indotti all’infedeltà’ dal suo comportamento
emotivamente trascurante o maltrattante come se il traditore non possedesse
una libera volontà e stesse solo reagendo agli eventi senza averne il controllo.
L’inganno aveva l’unica funzione di protegger il partner dalla dolorosa verita’ della
situazione ed era quindi di fatto un atto d’amore.

Il narcisista in amore: la perversione affettiva

 

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Roma 3 maggio 2021

A cura del dott. Marco Salerno

Nelle manifestazioni del disturbo narcisistico più eclatanti e severe molti temi correlati alla vita amorosa sono compromessi; non é la stessa cosa per le forme meno gravi, in cui spesso si e’ sottolineato come vi siano dei paradossi. Il narcisismo e’ una questione spinosa nelle relazioni romantiche perché da un lato i narcisisti sono esperti nell’avvio di una relazione romantica perché appaiono desiderabili come partner. Queste relazioni sono problematiche perché tempestose e distruttive per le persone che si lasciano coinvolgere. Vi sono diversi modo di inquadrare la questione in ambito scientifico. Secondo l’Agency Model (Brunell e Campbell) le relazioni servono al narcisista per mantenere equilibri precisi, mantenere la sensazione di agire in prima persona, un’immagine del se’ ipertrofica, uno sfruttare gli altri per regolare l’autostima. La ricerca ha indagato
in quale misura e con quali articolazioni i soggetti narcisisti si muovono in queste direzioni. C’è, per esempio, ampio ricorso ad ostentare il proprio status esibendo beni materiali, a essere performanti in situazioni transitorie, ad usare qualsiasi mezzo per venirsi a trovare al centro dell’attenzione nell’immediatezza mostrando di essere dominanti., anche in competizioni pubbliche di diverso tipo. Possono essere anche affascinanti spendendo molto per i primi appuntamenti (Jones, Olderback 2014). Spesso c’e’ anche il bisogno di confermare le proprie aspettative cercando relazioni con persone che attestino la propria forza, partner che per bellezza, appartenenza, ricchezza, diano un immediato riscontro, un partner trofeo (Campbell 1999). C’e’ una costante ricerca di situazioni che diano rinforzo: nel breve periodo tale spinta può procurare un certo successo ma sul periodo medio-lungo quasi fisiologicamente emergeranno i limiti (Miller, Campbell, Pilkonis 2007). Tuttavia, quando i partner soddisfano le necessità narcisistiche (in termini di statu per esempio) le relazioni possono essere anchedurature (Seidman 2016).

Un certo grado di narcisismo (Hermann, Brunnell,Foster 2018) o di una delle sue componenti favorisce gli incontri e quindi, fino ad
un certo punto, aumenta quasi statisticamente le possibilità di vita affettiva. In generale e’ difficile connotare come fallimento in toto per i narcisisti la difficoltà di avere relazioni di lungo periodo, poiché essi non sembrano proprio desiderarle data la loro natura altamente individualistica. Potrebbe essere che da un lato perdano in intimità e progettualità ma dall’altro “guadagnino” su altri fronti. Vi sono ragioni per credere che i narcisisti traggano qualche beneficio dalle loro relazioni anche se si tratta per lo più di incontri brevi ed orientati alla sessualità (Hermann, Brunel, Foster 2018). In altri termini possiamo affermare che il tema non e’ solo, come nella tradizione, il fallimento relazionale nel lungo periodo quanto piuttosto il successo relazionale a breve termine e nelle situazioni che prevedono rinforzo e la tendenza alla caduta nel lungo periodo. La spinta a
piacere, lo charme, la confidenza a volte esagerata ma inizialmente non per forza esagerata, la disinvoltura sociale dei narcisisti fa di loro degli ottimi seduttori. E’utile ricordare come questa incapacità relazionale sia relativa a legami profondi mentre, anche se con relativa reciprocità, il narcisista e’ in grado di costruire relazioni di maggiore misura rispetto al borderline o all’evitante/schizoide. Questi aspetti sono importanti perché offrono potenziali occasioni di cambiamento che per altri funzionamenti sono meno frequenti. Sul versante della vita sessuale, le conseguenze della attitudini narcisistiche comportano una disposizione a comportamenti poco restrittivi con incontri più frequenti, partner più numerosi, ricerca più intensa di appuntamenti brevi e finalizzati alla sessualità, preferita rispetto a intimità di altro tipo (Foster, Shira, Campbell 2006). Comprensibilmente visto l’orientamento descritto, i narcisisti appaiono anche infedeli sessualmente, uno studio che ha usato il questionario per rilevare il disturbo narcisisticodi personalità, ha mostrato come chi ha ottenuto punteggi alti correlassero con la propensioni con appuntamenti al di fuori della
coppia.

Per le donne ciò si traduce in comportamenti quali baciare, flirtare, avere incontri saltuari, avere brevi relazioni estemporanee, avere relazioni
estemporanee brevi ma non più strutturate. In generale sembrerebbe che il tradimento, per i narcisisti e le narcisiste sia più un modo per procurare nuovi rinforzi che una reale volontà di cambiare la situazione. Interessante notare che nella coppia eterosessuale, é comunque il narcisismo femminile a predire problemi coniugali rispetto a quello maschile: inoltre é emerso che il narcisismo delle donne suscita più rabbia nei partner maschi che viceversa. Rispetto all’infedeltà é da riportare anche come i narcisisti siano spesso molto gelosi e vittime di infedeltà forse per via del clima relazionale che tendono ad imporre. Rispetto alle relazioni di lunga durata la ricerca sottolinea come siano terreno difficile quando e’ coinvolto un narcisista. I motivi sono vari, fra questi oltre quelli già ricordati, riportiamo la predisposizione a comunicazioni ostili e rabbiose come
anche la tendenza a rispondere in modo sproporzionato anche a lievi critiche, ad insultare e ad alzare la voce nelle discussioni, ad indurre gelosia nei partner per mantenere potere e controllo, a rivolgersi a partner diversi dopo eventi relazionali spiacevoli.

Molte ricerche degli ultimi anni hanno dimostrato che la bassa empatia, la tendenza ad usare gli altri, l’essere autocentrati fanno dei narcisisti grandiosi dei pessimi partner stabili ma e’ la componente relativa all’assertività’ a favorire gli incontri. Nel caso di incontro fra due narcisisti la bassa attenzione al partner condivisa parrebbe avere una paradossale funzione protettiva sul legame anche se si tratta di un legame ad alto tasso di aggressività reciproca forse per la particolare e condivisa attitudine a percepire attacchi al proprio Sé. Viceversa la presenza di propensione alla ricerca continua di nuove emozioni non sembra particolarmente frequente nei partner dei narcisisti. Se molte delle ricerche riportate fin ora riguardano prevalentemente il narcisista grandioso anche il narcisista vulnerabile pare poco propenso alle relazioni durature ma non tanto per la necessità di nuovi rinforzi quanto per la delusione provata e prefigurata.

Le personalità narcisistiche sia maschili sia femminili nel ciclo di vita come descritte nel manuale diagnostico psicoanalitico PDM-2 (Lingiardi McWilliams 2017) si collocano lungo un continuum di gravità che va da un livello nevrotico fino ad uno psicotico. All’estremo nevrotico troviamo individui narcisisti che possono essere socialmente adeguati, avere fascino e successo e pur non essendo capaci di intimità, essere ragionevolmente adattati alle proprie vite familiari, al lavoro e agli interessi che coltivano. All’estremo più patologico troviamo individui che presentano problemi di identità poco definita che spesso celano dietro un modo grandioso di presentarsi, mancano di un sentimento profondo e radicato di moralità e possono comportarsi in modo distruttivo per se e per gli altri Narcisismo maligno Kernberg 1984).Le caratteristiche chiave della personalità narcisistica sono:

  • Il tentativo di stabilire e mantenere un sentimento coeso di sé; le loro
    preoccupazioni sono i temi dell’autonomia, del controllo, dell’autostima e
    dell’identità’.
  • L’esperienza soggettiva caratteristica dei narcisisti e’ un sentimento di
    vuoto interiore e mancanza di significato che richiede ricorrenti infusioni di
    conferme esterne circa il proprio valore e la propria importanza.
  • Chi ottiene conferme del proprio valore mediante ricchezza e successo
    prova euforia e tende a comportarsi in modo grandioso ed arrogante, esige
    un comportamento privilegiato e tratta gli altri con disprezzo, soprattutto le
    persone che reputa inferiori.
  • Chi non ottiene dal contesto sufficienti conferme del proprio valore si sente
    depresso, prova vergogna ed invidia chi riesce ad ottenere ciò che lui non
    ha.
  • I narcisisti non traggono un vero piacere dal lavoro ma fantasticano di avere
    successi sconfinati, gloria e potere.
  • L’attaccamento e’ di tipo insicuro.
  • Difendono l’autostima ferita mediante una combinazione di idealizzazione e
    svalutazione degli altri.

Le motivazioni per cui un narcisista vuole chiudere una relazione: noia, ricatto, mancanza di empatia

Roma 15 febbraio 2021

A cura del dott. Marco Salerno

 

Quando il partner vuole dedicare tempo a se stesso, a coltivare attività ed
interessi o a riposarsi, lo psicopatico non lo accetta. I momenti di solitudine lo
turbano profondamente poiché non avendo una coscienza non ha nulla a cui
pensare per cui se chi gli sta accanto non lo ricopre di attenzioni, la noia e’ in
agguato. L’individuo tossico tende ad annoiarsi ed e’ alla continua ricerca di
stimoli per distrarsi da questa condizione persistente. Non sopporta di stare solo
per lunghi periodi a differenza dei soggetti sani che sanno apprezzare
l’introspezione e il contatto con le proprie emozioni. Lo psicopatico non ha una
propria identità definita e trascorre il tempo ad imitare gli altri creando un falso
. E’ mancante di empatia per cui non e’ in grado di entrare in contatto con
alcuno, costretto a stare da solo o ad impiegare il tempo ricorrendo al sesso,
alcool, droga o alla manipolazione degli altri.

Le relazioni sentimentali sono l’unico
mezzo che lo psicopatico ha per combattere la noia e per ricevere attenzioni.
Inizia a maltrattare la propria vittima quando ne trova una nuova di cui immagina
di essere innamorato. La fase di idealizzazione per lo psicopatico e’ solo un
momento transitorio per combattere la noia ed infliggere abusi per ricaricarsi
emotivamente. Dopo l’idillio iniziale la vittima si sente esausta perché’ ha
l’impressione di non sentirsi mai sola, sempre indaffarata a programmare impegni
per riempire il vuoto dello psicopatico che si circonda di persone con uno spiccato
senso genitoriale che lo sostengono in continuazione. Ha bisogno di circondarsi di
molte persone per ricevere continuamente attenzione e per non passare molto
tempo da solo. La noia più dolorosa arriva quando perde ogni interesse verso il
partner e le qualità che ammirava in lui/lei sono diventati solo difetti insostenibili.
Il coinvolgimento e la passione del passato sono solo un lontano ricordo e la
vittima si sente abbandonata ed isolata senza ragione, ridotta ad essere una delle
alternative a sua disposizione pur di non chiudere la relazione.
Lo psicopatico ha una personalità litigiosa ma non lo ammette mai, accusa sempre
gli altri di non capire mai i suoi bisogni. Provoca continuamente litigi pur
mantenendo un’aria innocente e non assumendosi mai la responsabilità delle sue
azioni. Fa osservazioni impercettibili mentre gli altri si arrabbiano e vengono feriti
ma lo psicopatico non si sente toccato in alcun modo da queste reazioni. La
modalità comunicativa che usa con le persone si caratterizza per maldicenze ed
insulti dopo averli idealizzati per un certo tempo. In ogni caso si dipinge sempre
come vittima di persone che gli fanno un torto senza che lui abbia fatto o detto nulla.

Lo psicopatico dopo aver criticato le sue vittime, le cerca a distanza di
tempo, suscitando in loro compassione senza che venga condannato il suo
comportamento. Durante la relazione la vittima ha potuto anche sperimentare
rabbia ed antipatie verso terzi di cui lo psicopatico le ha parlato negativamente
senza alcuna ragione, causando invidia e dissapori verso persone che non hanno
compiuto nulla di grave, generando un diffuso risentimento reciproco. Durante
l’idealizzazione e il “love bombing” la vittima considera lo psicopatico una persona
normale e che tutti gli altri siano invidiosi e malintenzionati; la relazione con lui
sembra unica poiché viene visto come la persona a lungo desiderata. Dopo
qualche tempo la realtà cambia, lo psicopatico inizia a parlare male di chi gli sta
accanto, la sensazione che il soggetto tossico vuole infondere e’ che la realtà sia
contro di lui in modo tale da diventare l’unica fonte di felicità. Si definisce una
vera e propria realtà fittizia in cui la vittima deve inventarsi sempre giustificazioni
per tutelare lo psicopatico che si sente vittima di chi lo circonda. Dopo aver
interrotto la relazione con lo psicopatico e durante il processo di guarigione, la
vittima si rende conto che la realtà che aveva vissuto fino ad allora era solo un
inganno. Prende coscienza che il partner non era quella persona unica che
credeva ed inoltre inizia anche a dubitare di tutte le persone che la circondano,
sentendosi profondamente sola. Gradualmente si ristabilisce la fiducia con le
persone vicine che non sono inaffidabili come lo psicopatico aveva fatto credere e
grazie a questo si medicano le ferite che la relazione con un individuo tossico ha
provocato nel tempo. Alla fine la vittima si rende conto che l’unica persona
negativa e disturbata era il proprio partner e non chi la circondava.

Bibliografia:

J.Mckenzie, Questo amore fa male, Giunti Editore 2019