17 ottobre 2013

A cura del dott. Marco Salerno psicologo psicoterapeuta umanistico integrato a Roma

I manipolatori perversi sono uomini e donne che hanno come obiettivo più o meno consapevole quello di agire attraverso la manipolazione e il raggiro per far compiere al proprio interlocutore delle azioni che tornano ad esclusivo vantaggio personale. Ogni relazione che vivono deve sottostare alle loro condizioni e rispettare le loro richieste. L’indizio di trovarci di fronte ad un manipolatore perverso è la sensazione di soffocamento che proviamo quando ci rapportiamo a lui, dovuta alla presenza costante di critiche, insinuazioni, sarcasmo che hanno come scopo finale quello di distruggere l’autostima fino a indurre una incapacità di vivere adeguatamente la propria vita. Avrete l’impressione che godrà nell’umiliarvi e che non vorrà mai mettersi in discussione poichè non accetta alcuna critica ma preferisce criticare  e accusare piuttosto che confrontarsi in modo adulto. Il gancio che vi terrà legata a lui è  che a volte vi darà l’impressione di amarvi pur non provando alcun sentimento e trattandovi male, siete solo lo specchio in cui si riflette.
P.Chapaux-Morelli e P. Couderc sostengono che un certo grado di  manipolazione è presente in ogni relazione mentre per il manipolatore perverso, la manipolazione costituisce il perno di ogni sua interazione. È proprio la continuità nel tempo che conferisce alla manipolazione la caratteristica di perversione, poiché è l’unica modalità conosciuta per entrare in contatto con le persone.

Tra gli strumenti di manipolazione più diffusi i due autori hanno individuato: 1) il ricatto (affettivo e non) e le minacce: l’affettività diventa una merce di scambio, il ricatto è sottile a volte impercettibile ma alla lunga si ha l’impressione di essere imprigionati in una modalità di relazione che non da libertà di scelta poiché ogni gesto viene valutato e misurato in funzione del tornaconto personale. 2) la colpevolizzazione: la causa dei propri problemi viene sempre attribuita all’altro e se questo non decide di porvi rimedio viene sottoposto a minacce di vario tipo che confluiscono spesso nell’interruzione della relazione. 3) le bugie e le lusinghe: quando arrivano complimenti e apprezzamenti in quantità e limitati nel tempo molto probabilmente il vostro interlocutore vuole ottenere qualcosa da voi. È fondamentale ricordare la differenza tra affetto e gentilezza, il primo è un sentimento profondo la seconda invece è un comportamento che non coincide necessariamente con un sentimento genuino. 4) la denigrazione: è un processo continuo e minuzioso, mirato a denigrare il partner, a minarne l’autostima attraverso la restituzione di una immagine negativa di sé che con il tempo finirà per fare propria. 5) intromissione e invadenza: consiste nel mettersi sempre al posto dell’altro e di intromettersi nelle sue scelte e decisioni senza prendere in considerazione il suo punto di vista. 6) spalle al muro: è la tecnica che chiude il dialogo mettendo in evidenza le contraddizioni dei ragionamenti, manipolandoli in modo tale così da far passare l’altro come una persona incoerente e dalle idee poco chiare. 7) dipendenza indotta: comprende sia la dipendenza affettiva che materiale, entrambe hanno come obiettivo di depotenziare e minare l’autonomia e l’indipendenza del partner mettendone in luce le debolezze e gli errori. I comportamenti sopra descritti sono attuati sia da uomini che da donne, condizionati anche dal contesto sociale di appartenenza, inoltre tratti manipolatori tipicamente femminili possono essere adottati dagli uomini e viceversa. Ma quali sono le personalità del manipolatore e della manipolatrice affettiva perversa? 1) l’isterica si lamenta sempre, perennemente insoddisfatta oscilla tra desiderio di dominare e di subire e prova piacere nel non essere mai contenta. Chi le sta accanto fa di tutto per accontentarla ma non basta mai quello che le propone. Colpevolizza l’altro poiché non si è adoperato abbastanza, facendolo sentire in colpa. L’isterica è sempre in preda all’ansia che converte in insoddisfazione, drammatizza ogni situazione e manipola l’altro in modo tale che questi possa procurargli il dispiacere necessario che maschera la sua angoscia per poi non cambiare mai e attribuire la causa di tutto il suo malessere all’esterno. 2) l’onnipotente: ambizioso e iperattivo, prende in considerazione solo se stesso, gli altri non esistono, è un vero narciso. È interessato a dominare e a manipolare per affermare il proprio potere, trascorre il tempo a dimostrare a chi lo circonda che lui è il migliore e quando viene ferito, attacca. 3) l’ansioso/a: è una persona che vive uno stadio di ansia generalizzata, condizione permanente che porta a manipolare gli altri poiché la persona ansiosa li obbliga a pensare come lui, ad aver paura delle medesime cose e di portarne a termine altre. Scarica la sua ansia sugli altri e li mette in allarme per qualunque cosa, scoraggiandoli dall’intraprendere azioni che possano scatenarli questo stato d’animo. 4) il paranoico: pensa che tutti ce l’abbiano con lui, legge segnali che non esistono e interpreta le situazioni in una chiave del tutto personale. È ossessionato dal fatto che ci sia sempre un complotto in corso e spende il suo tempo a raccogliere indizi che possano sostenere la sua idea. Induce facilmente il senso di colpa in chi lo circonda poiché attribuisce la causa della sua condizione all’ambiente in cui vive. 5) il pigmalione: immagina che tutto quello che realizzerà sarà possibile grazie al fatto che ci crede profondamente ed è conseguenza della sua bravura. Di solito si lega a partner più giovani che vedono in lui una figura paterna di riferimento da cui essere indirizzata ed educata ma che allo stesso tempo gli conferisce un aura di superiorità e potere, poiché senza la sua musa questo tipo di manipolatore si sentirebbe banale e inutile. 6) l’amazzone: tende a limitare l’uomo che ha accanto cercando di essere come lui sia nell’aspetto sia per i comportamenti che adotta ma allo stesso tempo vuole essere rispettata come donna. Genera una condizione di ambivalenza poiché cerca di umiliare la virilità dell’uomo che ha accanto ma pretende di essere riconosciuta come donna e trattata alla pari. Bibliografia: La manipolazione affettiva nella coppia, P. Chapaux-Morelli, Pascal Couderc. Ed. Psiconline 2012