Perché andare da uno psicoterapeuta?

Le risposte a questa domanda sono molteplici tra cui: non racconto ad un estraneo i miei fatti personali,  parlo con un amico fidato dei miei problemi,  risolvo da me le mie difficoltà, con il tempo passerà tutto ecc.
Quando tutte queste risposte non forniscono l’effetto sperato, piuttosto che continuare a stare male è preferibile rivolgersi ad uno specialista. D’altronde quando ci fa male un dente o ci fratturiamo un arto ci curiamo da soli o andiamo dal dentista o dall’ortopedico? Per quanto banale il discorso appaia in realtà non è quasi mai cosi chiaro e lineare. Spesso si preferisce soffrire per anni prima di decidere di farsi aiutare.
Dopo essere approdati dallo psicoterapeuta, al neo paziente sorgono spontanei alcuni interrogativi a cui cercherò di dare risposta:

1) quanto dura una psicoterapia?
Non vi è una durata standard, poiché la tempistica dipende dagli obiettivi che il paziente vuole raggiungere e dai vissuti che desidera elaborare. La frequenza e la durata complessiva di una psicoterapia vengono concordate insieme dal paziente e dal terapeuta affinchè il paziente raggiunga uno stato di benessere e di equilibrio personale in tempi ragionevoli.

2) il terapeuta “istrusice” il paziente?
L’obiettivo della terapia è di fornire al paziente degli strumenti che lo possano aiutare a conoscere sé stesso e ad affrontare la propria esistenza in una ottica di una maggiore autonomia e conoscenza di sé. Un terapeuta onesto e professionale non giudica e non da indicazioni o istruzioni ma accompagna il paziente durante la terapia, mettendogli a disposizione un insieme di strumenti e di chiavi di lettura della realtà con cui il paziente si confronta ad ogni incontro.

3) se vado in terapia diventerò dipendente dal terapeuta?
L’obiettivo principale della psicoterapia è favorire la scoperta delle risorse personali e l’acquisto di una completa autonomia per vivere con consapevolezza la propria via.

4) quando capisco se non ho più bisogno della terapia?
La risposta a questa domanda è semplice; il percorso si può dire concluso quando il paziente è in grado di vivere con pienezza la propria esistenza, consapevole delle proprie risorse e dei propri limiti.