imagesQHZ06YWU 13 settembre 2014

 

A cura del dott. Marco Salerno

 

Nell’epoca dell’usa e getta, dove si consumano in un batter d’occhio oggetti, abitudini, mode, sembra  che non vi sia piu’ tempo neanche per ascoltare le proprie sensazioni. Parlo di sensazioni e non di emozioni, perche’ le  sensazioni sono gli aspetti di se’ con cui ognuno di noi puo’ entrare in contatto con sufficiente facilita’.  Per capire cosa e’ una sensazione, vi faccio un esempio elementare: chiudete gli occhi e provate ad accarezzare il vostro braccio o il viso, provate piu’ volte e soffermativi su quello che sentite compiendo questo gesto. Il contatto tra la vostra mano e la superficie del vostro corpo che  accarezzate, genera in voi alcune sensazioni. Dare un nome a queste sensazioni vi permette di aprire la porta della conoscenza del vostro corpo e successivamente delle vostre emozioni. Nominare le sensazioni aiuta ad accedere all’arcobaleno di sfumature che ci caratterizzano nel corso della giornata e a scegliere come utilizzare queste informazioni. Uno dei maggiori problemi di quest’epoca e’ quello di leggere la realta’ o con la lente della ragione o con quella della fantasia, in entrambi i casi ci allontaniamo sempre da noi stessi e non ci diamo la possibilita’ di sentire autenticamente cosa proviamo nel qui ed ora.

Una ulteriore conseguenza e’ che diventiamo stranieri in casa nostra, non conosciamo il nostro corpo, le sensazioni che veicola, ma siamo completamente chiusi nella realta’ che la nostra mente ha preso in prestito dall’esterno. Viviamo come ci viene “suggerito”, bombardati continuamente da modelli e stili di vita che troppo spesso accettiamo senza soffermarci a chidere se davvero ci corrispondono. Per scegliere realmente come vivere dobbiamo essere capaci di rispondere a una semplice domanda: “io chi sono?”. A questo proposito un facile esercizio vi aiutera’ a comprendere chi siete. Prendete un foglio di carta, scrivete per dieci volte la seguente frase e ogni volta completatela in un modo nuovo  “io sono una persona…….”. Al termine dell’esercizio verra’ fuori un quadro chiaro di voi che probabilmente non avevate mai realizzato prima. Per svolgere correttamente l’esercizio e’ importante usare descrizioni di se’ realistiche (es.: io sono una persona a cui piace ascoltare /io sono una persona libera come il vento: la prima e’ una descrizione realistica mentre la seconda di fantasia)  che non sconfinino nella fantasia, frequente via di fuga da noi stessi.  Quanto piu’ arricchirete il quadro di voi stessi tanto piu’ sarete capaci di tratteggiare i confini della vostra persona e avrete sempre meno bisogno della presenza di altri persone per capire chi siete.   Dopo avere terminato l’esercizio, chiudete gli occhi, respirate profondamente e lentamente e in silenzio ascoltate il vostro respiro. Accarezzate una parte a vostra scelta del vostro corpo e raccogliete le sensazioni che provate, fissatele nella mente, per tornarvi sopra dopo aver aperto gli occhi.  Lentamente rallentate il respiro e gradualmente aprite gli occhi. Le prime volte questo esercizio non sara’ semplice, anzi probabilmente direte a voi stessi che non serve a nulla o mentre lo fate vi sentirete stupidi e penserete che state solo perdendo tempo. Questo accade quando la paura di fermarsi e di trovare qualcosa che non conoscete si fa sentire ma voi non arrendetevi, tentate piu’ volte finche’ non sarete  capaci di portarlo a termine completamente. Proverete sensazioni sempre piu’ profonde e autentiche e vi renderete conto che in voi ci sono molte piu’ risorse ed informazioni per conoscervi di quanto immaginate.  Non dimentichiamoci mai che per vivere in modo pieno, la strada e’ quella di conoscere noi stessi, solo dopo faremo le scelte piu’ in linea con i nostri bisogni e desideri piu’ profondi. In questo percorso spegnamo la ragione che non aiuta a scoprire le sensazioni che ci accompagnano, unica via per fare scelte consapevoli e autentiche.