Roma 29/10/2022

A cura del dott. Marco Salerno psicologo psicoterapeuta

 

Ludus, in latino gioco: questo è per il narcisista occulto l’amore e tutto ciò che
implica. Chiaramente un gioco competitivo, non certo inteso come passatempo.
Un gioco in cui non ci si può permettere di perdere.
Non bisogna mai dimenticare che il narcisismo (in tutte le forme in cui si
manifesta, grandiosa o nascosta che sia) è un disturbo della personalità,
dominante o meno, associato (quasi sempre) ad altri tratti disfunzionali.
Ciò comporta negli individui che ne sono affetti delle alterazioni del
comportamento rispetto a quella che definiamo normalità.
Nel narcisista, tratto distintivo della psiche è la assoluta indifferenza nei confronti
dei propri partner romantici, o per meglio dire la totale insensibilità riguardo ai
patimenti che possono infliggere loro.
Perciò, anche nella sfera sessuale, che in una relazione sana rappresenta un
aspetto determinante per il consolidamento della coppia, il narcisista occulto
manifesta la sua inclinazione ad utilizzare il (o la) partner (vittima) come puro
oggetto di approvvigionamento narcisistico, ovvero come fonte di soddisfacimento
dei propri bisogni, della propria necessità assoluta di conferma e
autoaffermazione, come costantemente richiede il suo “sé fittizio”, che altro non è
che un fantoccio psicologico, la maschera dietro cui si nasconde la triste realtà di
frustrazione e scarsissima autostima che lo affligge.
È dunque raro, se non impossibile, che il narcisista occulto si impegni in un
rapporto amoroso duraturo, che viceversa richiede impegno, accettazione delle
critiche da parte del partner, empatia nei confronti dei problemi e delle difficoltà di
quest’ultimo.

Il narcisista viene spesso definito come un bambino capriccioso, che ritiene del
tutto normale che qualunque suo desiderio sia soddisfatto dal partner: alcuni studi
hanno determinato che l’età emotiva di un simile soggetto non superi i due anni,
mentre quella psicologica non vada oltre i sei, e comunque in generale che
affettivamente parlando sia al livello di un ragazzino di non più di dieci anni.
Anche qualora la compagna (o il compagno) del soggetto affetto da un tale
disturbo della personalità accetti di aprire la relazione, di tollerare che il narcisista
cerchi altrove quelle soddisfazioni sessuali inappagate nel rapporto quotidiano col
partner romantico, che insomma possa realizzare quella dicotomia perversa della
Madonna e della Puttana, del coniuge amorevole e paziente da una parte (e con
cui inizialmente funzionava anche l’intimità sessuale, perché magari ancora si era
nella fase di seduzione, conquista e idealizzazione), e del puro oggetto di piacere
con cui in un certo qual modo placare la sete inestinguibile di affermazione di sé
che divora il narcisista, paradossalmente questo provocherebbe un rifiuto,

innescherebbe comunque un processo di svalutazione e infine di scarto del
partner.
A maggior ragione se questi aprisse la coppia (giochi sessuali di coppia) al punto tale da essere egli stesso
(o ella stessa) promiscuo/a, concedendosi dei diversivi amorosi: verrebbe
immediatamente percepito/a come traditore, rafforzando nel narcisista la
convinzione che chi ti dovrebbe amare, chi dovrebbe accettare tutto di te, invece è
il primo (o la prima) a voltarti le spalle.
E non sia mai che il/la partner, finalmente stufo/a delle angherie subite, si decida a
rompere col narcisista: sperimenterebbe varie forme di vendetta o persecuzione,
di pari se non peggiore intensità rispetto all’iniziale bombardamento amoroso,
volto alla conquista del futuro/a compagno/a.
Se il narcisista occulto risulta essere un nevrotico con tratti ossessivi, che è in
grado di irretire le proprie vittime anche attraverso un paziente lavoro di invisibile
tessitura di una tela di ragno, grazie a sorprendenti capacità mimetiche che gli
consentono di intuire velocemente le necessità e i gusti di chi gli sta davanti, per
potersi così proporre gradualmente come l’immagine della perfetta e (spesso)
agognata anima gemella, il narcisista grandioso, apparentemente meno
vulnerabile e tormentato dell’occulto, può letteralmente travolgere, terremotare la
vita di chi ha deciso di conquistare.

La tecnica del narcisista magniloquente è improntata alla vanità, all’esibizione di
sé, a una sorta di spettacolarizzazione del processo di conquista.
Ma, quale che sia l’aspetto esteriore di questo disturbo della personalità, che
abbia caratteristiche di estroversione o introversione più o meno marcate, resta la
pericolosità del soggetto e la mancanza, più volte ma mai abbastanza (forse)
sottolineata, di empatia con le proprie vittime.
Se magari l’attuazione e i metodi possono differire da narcisista occulto a quello
grandioso, resta invariata la successione delle tappe in cui si evolve la relazione
fra tali soggetti tossici e i loro partner.
Dall’iniziale fase idealizzante, caratterizzata (come ormai sappiamo) dalla
realizzazione di comportamenti volti da una parte a far sentire il soggetto
concupito al centro del mondo e dall’altra ad appagare la fame di riconoscimento
e affetto che spinge ogni azione del narcisista (che viene parzialmente e
momentaneamente soddisfatta specchiandosi nell’ingannevole felicità dell’altro),
si passa poi a quella cosiddetta della svalutazione.
Questa è innescata spesso e paradossalmente dall’eccesso di idealizzazione che
il narcisista ha compiuto nei confronti del partner, fino quasi a sentirsene
minacciato. A quel punto scatta la necessità di allontanarsene per il timore del
rischio di esserne prevaricati.
Oppure può accadere che il peso della responsabilità di una relazione romantica
che si sta stabilizzando risulti intollerabile per il narcisista che, come abbiamo

detto precedentemente, considera l’amore e il sesso come semplici strumenti di
autoaffermazione e non come basi per un rapporto duraturo, per la vita.
Il narcisista occulto, in questo parzialmente differenziandosi da quello estroverso,
essendo fondamentalmente permaloso, facilmente inizierà a innalzare cortine di
ostile e impenetrabile silenzio alle rimostranze eventuali del partner, o anche
semplicemente ai suoi tentativi di seguitare a dimostrarsi affettuoso.
Il narcisista grandioso viceversa potrebbe reagire in modo più violento nei
confronti della compagna (o del compagno), nel momento in cui il vento interiore
della tolleranza al rapporto dovesse iniziare a cambiare.
Ad ogni modo, in entrambi i casi, chiunque si dovesse o volesse imbarcare in una
dannosa relazione con un narcisista, di qualunque pasta sia fatto, dovrebbe
sapere che con soggetti del genere sarà sempre un percorso continuo ad ostacoli,
posti peraltro su un delicato terreno sempre pronto a sprofondare.
A forza di camminare su fragili gusci d’uovo, su una lastra sottile di ghiaccio, si
finisce sempre per mettere i piedi nella crepa o di allargare una fessura, dietro cui
non filtra la luce, bensì il denso buio che avvolge il vuoto.

 

Credits: www.pierandreapriolo.it

 

Biografia:

A.Trevor, Tutto sul narcisismo occulto