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Roma 16/01/2016

 

a cura del dott. Marco Salerno

 

Il senso di colpa arriva di soppiatto, non da preavvisi ma si materializza in tutta la sua distruttiva maestosita’ all’improvviso, come una morsa che mette con le spalle al muro, provoca dolore ed impedisce di godere della vita. Chi lo prova sente di aver sbagliato ed aver arrecato sofferenza, pur non spiegandosi perche’ . Questo terribile nemico compare sistematicamente ogni qual volta si prova a fare una scelta tenendo conto solo dei propri bisogni. Il senso di colpa quando si presenta con frequenza, compromette seriamente la possibilita’ di vivere pienamente nel rispetto di se’ e di fare scelte libere. E’ importante distinguere tra senso di colpa e vergogna. La vergogna e’ uno stato d’animo associato allo sguardo degli altri, fa provare un senso di inferiorita’, di imbarazzo, fa sentire meno bravi degli altri e non all’altezza. Il senso di colpa invece e’ la condizione che si prova quando si immagina di aver compiuto uno sbaglio, di aver fatto un torto a qualcuno o che una determinata decisione sicuramente arrechera’ dispiacere o togliera’ qualcosa alle persone a cui si vuole bene.  Il senso di colpa non ha necessariamente una connotazione negativa, alcuni sono sani altri meno. Il senso di colpa sano emerge come conseguenza di un errore accertato, compiuto nei confronti di qualcuno e aiuta a rispettare le regole quando le si trasgrediscono e a non fare del male. Il senso di colpa insano o patologico invece si presenta quando non c’e’ alcun errore oggettivo che possa spiegarlo ma e’ la conseguenza di un errore di attribuzione di significato per il quale si crea un nesso logico incongruente tra una condizione immaginata (la propria scelta)  e la conseguenza negativa generata da questa condizione. Il nesso causa effetto e’ totalmente arbitrario e non supportato da alcuna evidenza logica se non dalle proprie considerazioni personali.

Ci sono alcuni individui particolarmente abili a generare sensi di colpa in chi gli sta vicino pur non essendoci alcuna ragione che lo giustifichi. Queste persone sono definite colpevolizzatori ed innescano una situazione secondo la quale cercano di far credere che il senso di colpa, provato da chi gli e’ vicino, sia giustificato allo scopo di approfittarsene e di manipolare la situazione a proprio vantaggio. Come e’ possibile riconoscere il colpevolizzatore?

 

  1. Si lamenta spesso
  2. Ha un buon eloquio, fluido e un vocabolario ricco
  3. Spesso e’ stimato dalle persone a lui vicino
  4. Non e’ mai colpa sua quando le cose vanno male ma di altri
  5. Fa credere che la sua felicita’ e’ nelle mani di chi fa sentire in colpa
  6. Accusa in modo velato e poco chiaro
  7. Le persone spesso in sua presenza si sentono in colpa e cercano di compiacerlo
Cosa significa colpevolizzare? E’ l’azione secondo cui si attribuisce ingiustamente a qualcuno la responsabilita’ di qualcosa. Non a caso come a volte ci si crogiola nel ruolo di vittima cosi’ gli altri a volte si vittimizzano, scaricando su chi li circonda le proprie decisioni, per farli sentire in colpa. E’ bene ricordare che vi e’ una differenza tra il ruolo di vittima per fare sentire gli altri in colpa e manipolarli e la condizione di vittima dovuta al fatto di avere realmente subito un torto. Ogni persona e’ libera di scegliere ed e’ responsabile delle proprie decisioni per cui colpevolizzarsi significa privare gli altri della facolta’ di decidere e negare la possibilita’ di scegliere. Alla luce di questa considerazione e’ indispensabile riconoscere le responsabilita’ di ognuno quando sceglie. Le relazioni sane ed equilibrate tra adulti liberi e responsabili si caratterizzano per il fatto che ognuno e’ responsabile delle proprie azioni, pensieri ed emozioni. Questo non significa essere individualisti o egoisti ma responsabili all’interno di una relazione di qualunque natura essa sia. Come ogni individuo e’ responsabile delle proprie scelte anche due individui che entrano in relazione (amicale, di coppia, professionale, ecc.) sono corresponsabili della relazione. Quando invece il senso di colpa si sviluppa in una dimensione individuale dove e’ assente la corresponsabilita’ o quando qualcuno si insinua senza una reale ragione si fa riferimento al senso di colpa patologico. Chi si colpevolizza immagina che avrebbe potuto cambiare il corso degli eventi negando il libero arbitrio degli altri e le loro rispettive responsabilita’.

 

Ma quale e’ il risvolto del sentirsi in colpa? Il “tornaconto” del senso di colpa e’ quello di creare una situazione paradossale nella quale, pur stando male, e’ rassicurante pensare di poter determinare, potenzialmente, la felicita’ degli altri e quindi poterli controllare. Non a caso alla base di questa condizione vi e’ un inconsapevole desiderio di onnipotenza illusoria strettamente legato al senso di colpa. Il colpevolizzarsi significa rivedere il proprio passato interpretando il  ruolo del protagonista poiche’ rendersi conto che ogni persona ha solo un ruolo marginale nel susseguirsi degli eventi della vita genera angoscia ma allo stesso tempo e’ liberatorio poiche’ minimizza l’effettivo contributo nella generazione dei fatti.  Il senso di colpa assolve la funzione di dare l’illusione di controllare cio’ che accade e di rassicurare il senso di ansia e di angoscia. Un semplice ma efficace esercizio per imparare a liberarsi dal senso di colpa e’ quello di iniziare a cambiare le proprie abitudini seguendo queste semplici indicazioni:
  1. Scegliete una situazione in cui vi sentite in colpa e che vorreste cambiare
  2. Scrivete cio’ che fate abitualmente per diminuire il vostro malessere
  3. Decisione: provate un comportamento diverso, che non sia dettato dal senso di colpa e osservate cio’ che succede
  4. Conclusioni: cosa e’ successo? Che fine ha fatto il senso di colpa?
Questo semplice esercizio consente di comprendere che quello che vivono gli altri dipende piu’ da loro stessi che da noi. Per rinunciare all’illusoria ma rassicurante onnipotenza, sottolinea lo psicologo Y.A. Thalmann , “bisogna restituire agli altri la loro responsabilita’, capendo che le loro emozioni sono il risultato delle loro decisioni e non delle nostre azioni.”

 

Per affrontare e liberarsi dal senso di colpa Thalmann suggerisce di compilare la seguente tabella:

 

Situazione in cui mi sento in colpa Cio’ che avrei dovuto fare A quale scopo? L’obiettivo che mi prefiggo dipende interamente da me? In definitiva sono responsabile?  

   

   

 

 

La prima colonna serve a descrivere in poche parole la situazione nella quale provate dei sensi di colpa. La seconda colonna permette di mettere in evidenza il comportamento alternativo che secondo voi avrebbe potuto migliorare la situazione. La terza colonna serve a specificare come la situazione sarebbe cambiata in meglio se  aveste adottato il comportamento alternativo. Una volta individuata la situazione desiderata, si tratta di analizzarla dal punto di vista delle responsabilita’ spettanti a ciascuno. Il cambiamento atteso dipende solo da noi? La risposta a questa domanda va inserita nella quarta colonna. La quinta colonna serve a stabilire se nella situazione descritta siete responsabili o no.

 

Bibliografia: Yves Alexandre Thalmann, Quaderno d’esercizi per liberarsi dai sensi di colpa. Vallardi editore 2011