Roma 30 agosto 2020

A cura del dott. Marco Salerno

 

Ritrovarsi in una relazione con uno psicopatico e’ un vero dramma ma puo’ diventare anche un’occasione per prendere in mano la propria vita e dare una decisa sterzata ad una esistenza flagellata da chi la intossica ogni giorno  per non trovarsi più circondati da persone simili.

Chi sono gli psicopatici?

Tra questi si annoverano i narcisisti, i sociopatici, i manipolatori, un nutrito gruppo di persone che si caratterizzano per la totale assenza di responsabilità,  di empatia e di senso di colpa, danneggiano gli altri anche di proposito in modo sadico e allo stesso tempo li illudono. Non e’ un caso che il ciclo relazionale di tutte queste personalità e’ molto simile e si distingue per le seguenti fasi: idealizzazione, svalutazione ed abbandono. Approfittano della disponibilita’  di chi si innamora di loro, danno sempre risposte vaghe, manipolano la compassione per poi sferrare i colpi quando viene chiesta loro chiarezza e spiegazioni del loro comportamento. Inducono dubbi sulla capacità di amare, umiliano e mortificano le vittime, inducendo ansia e minando l’autostima fino alle fondamenta. I loro comportamenti si spingono talmente oltre che chi sta insieme a loro, vive in  una condizione di perenne terrore di dire le parole sbagliate o di agire in modo non gradito. Una condizione che si riassume nella costante paura dell’abbandono, di essere colpevoli e di rovinare la relazione.

Il primo passo da fare per liberarsi da uno psicopatico e’ quello di imparare a riconoscerlo a distanza o come si dice in gergo ad annusarlo. Per riconnoscere uno psicopatico dovete fidarvi delle vostre emozioni, delle sensazioni che il vostro corpo vi trasmette ma soprattutto dovete fidarvi di voi.

Come posso fidarmi di me?

Smetti di guardare cosa fa l’altro, di chiederti cosa pensa, perché reagisce in un certo modo ed inizia a chiederti cosa senti e pensi TU. La vera svolta e il passaggio dal TU all’IO. Da ora in poi  sarai tu il protagonista di ogni istante della tua vita e non più lui o lei. Lo psicopatico cade dal piedistallo su cui TU lo hai collocato.

Gli psicopatici relazionali secondo J. Mckenzie  si riconoscono attraverso i seguenti segnali:

  • Crazy making e gaslighting: entrambi i meccanismi hanno l’obiettivo di distorcere la comunicazione con la vittima, di convincerla che non ha compreso il contenuto del messaggio e di ricorrere a strategie psicologiche finalizzate a destabilizzare l’equilibrio fino a  convincerla di non poter fare a meno del proprio carnefice. La personalità psicopatica e tossica non ammette mai di aver detto determinate parole, nega ad oltranza i fatti e attribuisce alla vittima l’unica responsabilità del suo comportamento. Le frasi tipiche che pronuncia sono le seguenti: e’ colpa tua se io ho reagito in questo modo; sei tu che non mi capisci; io ti amo e tu non mi apprezzi mai e mi critichi sempre.
  • Empatia zero: e’ totalmente incapace di mettersi nei panni altrui, anche se si cerca di fargli capire come ci si sente in una determinata condizione, l’individuo tossico o resta in silenzio o colpevolizza l’altro. Più ci si affanna a spiegare più si avverte un senso di impotenza perché non c’e’ alcuna parvenza di essere ascoltati e compresi. E’ come un muro di gomma su cui le parole rimbalzano e tornano indietro.
  • Ipocrisia e bugie: la personalità tossica usa un doppio metro di misura, pretende presenza, fedeltà, dedizione ma non la dai mai. Racconta di amare ma non sa amare, parla di una relazione stabile e continua ma non e’ in grado di garantirla. Se la vittima gli fa presente questo meccanismo, lui la critica e minaccia di lasciarla. Un soggetto tossico giustifica ogni suo comportamento, quello che fa e pensa deve essere sempre compreso ed accettato. Non si  vergogna delle bugie che dice anzi quando viene scoperto, continua a negare l’evidenza. Quando gli vengono fatti presenti i suoi sbagli, tende a rinfacciare quelli altrui, spostando l’attenzione da se all’altro.
  • Egoismo e continuo bisogno di attenzione: il soggetto tossico psicopatico prova una costante sensazione di vuoto emotivo che cerca di colmare attraverso una ricerca continua di attenzione. Questo induce la vittima ad illudersi di essere la persona giusta per aiutarlo, l’unica che può amarlo ma e’ solo un’ illusione perché chiunque può svolgere questo ruolo dato che il vuoto dello psicopatico e’ incolmabile.
  • Negazione della realtà: accusa la vittima di essere gelosa, ossessiva e rigida ma non considera che quelle sono reazioni dovute alle sue disattenzioni, tradimenti e non curanza. Pretende che la vittima accetti tutto di lui senza battere ciglio. La conseguenza di questa condizione e’ che la vittima rischia di sviluppare comportamenti ossessivi e paranoici poiché non si fida più e cerca continuamente risposte ai propri dubbi
  • Timore che la relazione finisca: quando si discute con uno psicopatico si ha sempre la sensazione che ogni confronto determini la fine della relazione, ogni discussione e’ punita con il silenzio  e con la perdita di interesse. Lo psicopatico critica la vittima quando esprime le proprie emozioni, le ridicolizza, le sminuisce, la conseguenza e’  che la vittima smette gradualmente di ascoltare i propri stati emotivi e li reprime.
  • Disintegrazione dell’autostima: dopo la fase di idealizzazione in cui la vittima si illude di vivere un rapporto perfetto, lo psicopatico si annoia di essere desiderato e cercato dalla stessa persona, la passione e i sentimenti lo infastidiscono, ha bisogno di nuove emozioni che riempiano il suo vuoto emotivo.
  • Lettura del pensiero: pretende che ogni suo pensiero venga compreso senza che parli e se questo non accade, sostiene che non e’ vero amore. Prende decisioni e fa scelte senza comunicarle al partner per poi dirgli che avrebbe dovuto capirlo. La conseguenza e’ che la vittima e’ sempre piu’ tesa, in apprensione e in competizione con altri e fa in ogni modo per carpire la sua attenzione.
  • Love bombing e lusinghe: un individuo tossico lo riconoscete subito, vi inonda di apprezzamenti, parla di sentimenti ed amore, evidenzia gli aspetti che avete in comune, riconosce i vostri sogni ed insicurezze,  dice cio’ che immagina la vittima voglia sentirsi dire ma poi strumentalizza queste informazioni per colpirla. Passa da una fase di idealizzazione, in cui fa sentire speciale la vittima alla fase di svalutazione, in cui fa paragoni per scatenare la gelosia e il senso di inferiorità.
  • La caduta della maschera: gradualmente la persona attenta ed affabile si mostra fredda e manipolatrice, inizia a perdere interesse per la relazione, si annoia e attribuisce la causa di tutto questo alla vittima che non lo ama abbastanza. La continua alternanza di idealizzazione e svalutazione crea un processo di erosione dell’identità’ della vittima, fino a farle dubitare di ogni sua emozione e pensiero.
  • Il ciclo agrodolce: lo psicopatico alterna momenti in cui riempie la vittima di attenzione, ad altri in cui la critica. In pubblico la elogia nel privato la svilisce, la tiene a distanza  e poi dice di non poter vivere senza di lei. In questo modo si crea una situazione per cui la vittima non e’ piu’ in grado di capire se e’ amata oppure no, inizia a porsi domande , a mettere in dubbio ogni suo pensiero. Senza accorgersene, la vittima mette lo psicopatico al centro della sua vita, dei pensieri e dei discorsi, gli da la massima disponibilità fino a a che non diventa piu’ importante di se stessa.
  • Relazioni inquinate: la relazione con uno psicopatico ha anche una ricaduta negativa sulle  relazioni amicali e parentali della vittima, poiche’ un individuo tossico parla male di tutti, insinua discordia e genera rancore. Quando la vittima non e’ allineata con le sue posizione la svaluta e la tratta come una persona emotivamente instabile ed inaffidabile.
  • Condizione emotiva della vittima: nel corso della relazione con uno psicopatico, la vittima vede che l’amore che provava per lui  si trasforma in ansia e paura, uno stato di perenne precarietà ed incertezza inizia ad inquinare tutta la sua vita. Il fisico inizia a risentirne, si può presentare una significativa perdita o aumento di peso, il sonno inizia ad essere discontinuo fino ad arrivare all’insonnia. Uno stato di ipervigilanza accompagna ogni giorno della sua vita, sempre attenta ad ogni parola, ad uno sguardo per paura delle sue reazioni. La vittima soffoca sempre più le proprie emozioni e mette al centro della sua vita il partner tossico, per paura di perderlo, vivendo sulla lama del terrore che possa accadere qualcosa.

Bibliografia:

Jasono Mackenzie, Quato amore fa male, 2019 Giunti Editore