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Roma 28 aprile 2014

A cura del Dott. Marco Salerno

  Le donne cibo dipendenti subiscono spesso frustrazioni, soffrono una costante solitudine affettiva, patiscono il vuoto emotivo e rinunciano a se’ compensando questo dolore  con un comportamento patologico verso il cibo paragonabile ad una ribellione sotterranea mai vissuta in modo consapevole. Spesso  queste donne sono impelagate in relazioni dove ricoprono il ruolo di crocerossina, dove si fanno carico dei problemi del partner e non riescono a mettere dei limiti, sentendosi travolte dal rapporto. Hanno una scarsa consapevolezza dei propri bisogni e una eccessiva attenzione rivolta a chi le circonda, quando aiutanogli altri dimenticano i propri bisogni inappagati. Nella vita di molte donne affette da disturbi dell’alimentazione c’e’ sempre qualcosa che non va come una relazione insoddisfacente, un posto di lavoro sbagliato, la difficolta’ ad affermarsi, uno scarso egoismo, paure, scarso senso di responsabilita’ verso se stesse, timidezza, paure e ossessioni. La paura piu’ grande e’ quella di essere rifiutate e di non sentirsi mai all’altezza delle situazioni a causa di una scarsa autostima e fiducia in se’. La maggior parte delle donne grasse immagina irrazionalmente che se perdessero peso la loro vita cambiarebbe radicalmente e si libererebbero dai problemi. Il decorso di chi soffre di disturbi di nutrizione e’ un circolo composto da dieta, attacchi di fame, dieta stringente, vomito, assunzione di lassativi e farmaci per ridurre l’appetito. Il vomito  sembra la soluzione migliore per sentirsi meglio; all’inizio alimenta questo meccanismo  poiche’ la quantita’ di cibo ingerita e’ totalmente incontrollabile dato che la donna bulimica mangia fino a scoppiare per poi vomitare  e riprendere a mangiare quando riprova un senso di vuoto pur non avvertendo il senso di fame e di sazieta’. Le conseguenze a livello fisico sono un deterioramento dei denti che sono intaccati dall’acido cloridrico prodotto dallo stomaco, scompensi del bilancio elettrolitico che causano mal di testa e svenimenti, caduta di capelli, mal di stomaco, mestruazioni irregolari o stanchezza ed esaurtimenti cronici. I disturbi di alimentazione sono strettamente connnessi ad una forte dipendenza affettiva, al desiderio che qualcuno si prenda cura di loro e alla difficolta’ di diventare autonomi. Le relazioni di coppia per le donne che soffrono di disturbi dell’alimentazione sono vissute come un modo per recuperare nel rapporto con il partner quello che e’ stato rifiutato loro nella famiglia di origine. Un eccesso di attaccamento e una conseguenze rinuncia alla propria vita in favore del partner e’ riconducibile a carenze affettive vissute nella prima infanzia. Per liberarsi da questo modello di comportamento e’ fondamentale iniziare un cammino di ascolto e di riconoscimento dei propri bisogni, imparando a fare compromessi sani in cui la rinuncia non e’ unilaterale ma da entrambe le parti nell’ottica di ottenere un vantaggio reciproco.  Le donne che soffrono di disturbi di alimentazione non sanno dire di no ponendo dei limiti ma si lasciano invadere dai bisogni altrui per un profondo bisogno di amore. La difficolta’ piu’ grande e’ quella di gestire la lontananza e la vicinanza poiche’ la paura della relazione spinge a  tenere le persone a distanza ma quando quando una donna con disturbi di alimentazione si avvicina a qualcuno rimane travolta nel rapporto dimenticandosi di se’ ed e’ incapace di prendere le distanze per non perdersi nell’altro.  La psicologa Renate Gockel sottolinea come un rapporto affettuoso si basa su una sana consapevolezza del proprio valore e di accettazione per quello che si e’. Delimitarsi e accettare che anche l’altro metta dei limiti e’ il presupposto per avvicinare e gestire la paura di essere abbandonati e delusi. La “fantasia della persona giusta” caratterizza le donne con disturbi di alimentazione, la persona giusta e’ quella che non le deludera’ e non le abbandonera’ mai e che soddisfera’ tutti i loro bisogni. Sfortunatamente dopo la fase di innamoramento in cui prevale l’idealizzazione dell’altro, emergono le prime delusioni e per evitarle inizia la rinuncia a se’.  Riconoscere che ognuno e’ responsabile del proprio benessere e’ l’unico modo per crescere affettivamente e per mettersi in gioco in una relazione matura. Rabbia, paura, sensi di colpa, vergogna sono emozioni non elaborate che vengono compensate con gli attacchi di fame, per cui e’ fondamentale apprendere nuovi modelli di reagire e di comportarsi che sostituiranno gli attacchi di fame. La fame e’ la manifestazione di un bisogno non soddisfatto che e’ fondamentale comprendere per liberarsi dalla spirale degli attacchi di fame e del vomito. La paura delle critiche copre la possibilita’ di riconoscere i propri bisogni, come se soddisfare il proprio bisogno comportasse deludere le aspettative altrui e a sentirsi in colpa. Darsi il permesso di fare cio’ di cui abbiamo bisogno e di commettere degli errori comporta anche sopportare le critiche di chi non e’ d’accordo e perdere l’amore di quelle persone che amano solo se si corrisponde ai propri canoni. Ma quale e’ la ragione per cambiare veramente? E’ quella di non farcela piu’  e  di assumersi la responsabilita’ del proprio rapporto con il cibo.

Finalemente liberi dal cibo; Renate Gockel: Saggi, Universale Economica Feltrinelli