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La sintomatologia da abuso narcisistico

Roma 7 aprile 2016

 

A cura del dott. Marco Salerno psicologo psicoterapeuta a Roma

 

La relazione con uno/a narcisista ha degli effetti devastanti sia sul piano fisico che psicologico per chi la vive, che si amplificano quando il rapporto termina poiche’ innesca una dipendenza emotiva dal partner, amplificata dalla sua assenza. I sintomi piu’ evidenti per un abuso narcisistico  sono:

 

  1. Lutto, paura, ansia, paranoia, sensazione di camminare sui carboni ardenti, rabbia
  2. Significativo aumento o diminuzione dell’appetito
  3. Depressione, scarso o nullo interesse nel raggiungere i propri obiettivi, mancanza di entusiasmo e nei casi piu’ estremi mancanza del desiderio di vivere
  4. Scarsa propensione ad esprimere i propri stati emotivi, disagio a stare in compagnia e in pubblico, mancanza di interesse nel costruire relazioni sociali, timore della vicinanza di altri uomini o donne
  5. Alterazione della percezione della propria immagine corporea
  6. Comportamenti autodistruttivi finalizzati a lenire il dolore emotivo come abuso di alcool, droghe, promiscuità sessuale
  7. Isolamento dalla famiglia di origine e dalle relazioni amicali significative
  8. Difficolta’ nel prendere decisioni, aggredire le persone con ci si entra in contatto, scoppiare in lacrime, senso di disperazione da cui ci si sente travolti, sentirsi paralizzato
  9. Sintomi fisici: calo delle difese immunitarie, letargia o ipervigilanza, emicranie, scompensi ormonali, reazioni incontrollate di attacco o di fuga
  10. Disturbi del sonno: letargia o insonnia
  11. Essere focalizzati sull’ex partner (cosa fara’ ora?; con chi stara’? sta pensando a me?)
  12. Mancanza di fiducia, svalutazione verso se stessi, difficolta’ nel perdonare i propri errori, senso di impotenza, mantenere false speranze di cambiamento
  13. Comportamenti irrazionali come irritabilita’, mancanza di senso logico, impressione di “perdere la testa”
  14. Forte dipendenza emotiva accompagnata dalla sensazione di non riuscire a vivere senza la persona amata (il/la narcisista)
  15. Sensazione che il/la narcisista abbia preso possesso dei propri pensieri, della mente e delle proprie emozioni
L’unico modo per liberarsi dal malessere che la relazione con un/una narcisista genera e’ interrompere ogni contatto ed abbandonare l’aspettativa che possa cambiare. Questa azione costituisce il primo passo verso la riappropriazione di se’  per affrontare l’illusione d’amore che il rapporto narcisistico ha generato.

Lui e lei: inamorarsi mentalmente, fisicamente incompatibili

Roma 25 marzo 2016

 

A cura del dott. Marco Salerno psicologo psicoterapeuta a Roma

 

Intervista al Dott. Marco Salerno – Psicologo e Psicoterapeuta – a cura di Daniela Cavallini

 

Daniela Cavallini: Bentornato Marco Salerno e grazie di essere nuovamente disponibile con me ad affrontare un problema, non certo di poco conto, ovvero due corpi che respingono ciò che la loro mente desidera. La trattazione di questo tema, mi sovviene in seguito alla mail di una lettrice, che riferisce di vivere il doloroso conflitto. Come può accadere?

 

Dott. Marco Salerno: Buon giorno Daniela, ringrazio te per questa nuova opportunita’ di confronto che sicuramente sara’ molto utile ai lettori. Quando si parla di innamoramento mentale ci si riferisce ad una particolare condizione caratterizzata da una profonda sensazione di comprensione da parte della persona con cui si interagisce. Si avverte una comunione di idee e di pensieri, la medesima visione del mondo, il sentirsi compreso al di la’ delle parole pronunciate. E’ una sorta di situazione magica nella quale si ha l’impressione che l’altro sia quasi in grado di leggere la mente, che abbia la capacita’ di indossare i nostri “abiti” e conosca ogni angolo della nostra emotivita’. Il dialogo fluisce in modo continuo e lento, si scoprono reciprocamente gli angoli bui della propria persona senza aver paura di essere giudicati, l’uno arriva dove l’altro non avrebbe mai immaginato potesse giungere. L’attrazione si focalizza esclusivamente sul piano della riflessione e del confronto, sul desiderio di scoprire l’altro. Quando accade tutto questo si auspica che faccia seguito anche una travolgente attrazione fisica la quale a volte invece non decolla. Ci si trova di fronte ad un brusco risveglio, chiedendosi cosa e’ accaduto, perche’ l’unione dei corpi non segue quella dello spirito e della mente. Questa dolorosa condizione si innesca quando scindiamo inconsapevolmente la dimensione fisica da quella psicologica, dimenticando che la biologia e la psicologia sono strettamente interrelate. L’attrazione mentale coinvolge solo una parte della nostra persona, stimolando l’immaginazione e le fantasie che ognuno dei componenti della coppia matura nei confronti dell’altro. Tale processo consente di sintonizzarsi solo su un canale, quello cognitivo/mentale tralasciando quello fisico. Le ragioni di tale condizioni possono essere le piu’ varie, tra quelle piu’ rilevanti annovererei la possibilita’ di entrare in contatto in modo “protetto” con l’altro sul piano mentale attraverso le fantasie che sviluppiamo su di lui/lei e che poi gli attribuiamo. Le fantasie che alimentano l’ “innamoramento mentale” sono alimentate da lunghe conversazioni, in cui ognuno dei due membri della coppia si racconta all’altro ma non si esprime coinvolgendosi pienamente, limitando l’espressione dei desideri fisici e sessuali. Si realizza una sorta di sublimazione della sessualita’ nel desiderio di aver trovato una persona che possa finalmente comprenderci e prendersi cura di noi, mettendo da parte temporaneamente la dimensione fisica, il contatto dei corpi che suggella quell’intimita’ profonda sul cui piano si mettono in gioco i desideri, le paure e le resistenze che ognuno di noi si porta dietro.

Perche’ e’ difficile chiudere la relazione con un partner narcisista

Roma 1 marzo 2016

 

A cura del dott. Marco Salerno psicologo psicoterapeuta a Roma

 

Quando si conosce un narcisista (uomo o donna) si sperimenta la sensazione di avere incontrato la persona che si aspettava da una vita, una sensazione di profonda comprensione e di stretta connessione pervade la propria esistenza. Non a caso i narcisisti/e sono persone molto intuitive, che riconoscono il bisogno di affetto e di riconoscimento della vittima, fanno di tutto per farsi voler bene all’inizio della relazione, sono sempre presenti e disponibili, raccontano del future radioso che li attendera’, arrivando quasi ad essere sempre tra i piedi fino a che il potenziale partner non capitolera’sotto la loro insistenza. La conseguenza di questa onnipresenza portera’ la vittima  a pensare che il narcisista (ancora non venuto allo scoperto) e’ l’unica persona che fino ad oggi la ha amata, e’ l’uomo o la donna perfetta. Anche quando mostrera’ qualche crepa nella sua personalita’, verra’ sempre giustificato pur di recuperare quel momento inziale di totale fusione e amore (apparente). La vittima di solito presenta un passato relazionale costellato di relazioni instabili, di tradimenti o di partner inaffidabili, per cui aver  trovato un compagno/a amorevole, in un primo momento fa vivere loro la speranza di aver ottenuto tutto quello che fin ora avevano sempre desiderato. Il narcisista inizialmente mette la sua vittima su un piedistallo facendola sentire unica, completamente unita a se’, due anime fuse in una, il tutto avvolto in una sensazione di profonda familiarita’. Quella sensazione di profonda unione in realta’ non e’ altro che il primo passo per insediarsi figuratamente nella mente e nello spirito della propria vittima di cui iniziera’ ad appropriarsi gradualmente. Il rapporto che si instaura nella coppia (narcisista-dipendente) e’ quello di totale fiducia e disponibilita’ nei confronti del narcisista, visto come quello/a che e’ in grado di comprendere ed esaudire ogni desiderio e bisogno.

Perfetti sconosciuti: quando la tecnologia si sostituisce alle relazioni

 

Roma 23 febbraio 2016

 

A cura del dott. Marco Salerno psicologo psicoterapeuta

 

Questo articolo prende spunto da un film attualmente presente nelle sale cinematografiche, dal titolo “Perfetti sconosciuti” di Paolo Genovese. La trama  verte sul senso di estraneita’ che ognuno dei protagonisti nutre nei confronti del proprio partner, coltivando relazioni parallele di cui l’altro non e’ a conoscenza. Ma cosa accade quando si ipotizza l’idea di aprire un varco nella vita segreta di ognuno dei protagonisti? Quali scomode verita’ si scoprono, che conducono a rivedere l’identita’ dell’altro, evidenziando particolari di cui non sospettava neanche l’esistenza? I rapporti si disintegrano, non reggono il peso della menzogna e dell’estraneita’, perche’ognuno ha un’idea del partner che non combacia con quello che realmente e’, perdendosi nella delusione di una verita’ banale quanto dolorosa. L’identita’ di ogni protagonista e’ costituita da multiple identita’, tutte racchiuse e tenute ben separate all’interno del proprio telefono cellulare, una scatola nera che e’ meglio non aprire perche’ quello che si vede e si ascolta, e’ troppo scomodo ed infrange la fantasia che ognuno si e’ creato su chi vuole bene. Lo sconcerto nasce non solo dalla scoperta di altre vite custodite nella scatola digitale ma dal fatto che l’identita’ visibile, familiare e’ una delle tante che ogni personaggio sceglie di mettere in scena.

Amare un uomo con dedizione incondizionata ed accettare un amore condiviso

 

Roma 11 febbraio 2016 Intervista a cura di D. Cavallini per “La Voce” quotidiano on line di informazione e cultura

 

Daniela Cavallini: Grazie Dott. Salerno per essere ancora con noi. La nostra precedente intervista, intitolata “La condanna di non saper ricevere amore” , pubblicata in questa stessa rubrica, ha toccato davvero il cuore di molti lettori. Un tema complesso che ha origine nell’amore tanto anelato, ma negato o percepito negato, procurando dolore. Dolore al punto di costruire uno schema associativo devastante: “amore uguale dolore”.

 

Dott. Marco Salerno: Buona sera Daniela grazie a lei per questo nuovo stimolante invito. Il tema delle relazioni di coppia e’ molto sentito in questo periodo storico, connotato da smarrimento ed idealizzazione. Lo schema secondo cui amare significa soffrire affonda le sue radici nella storia della letteratura e tocca in modo differente uomini e donne, indipendentemente dall’orientamento sessuale. Amore come rinuncia a se’ e ai propri bisogni pur di avere una relazione e’ un pensiero insano che accompagna a volte la propria vita, sin dall’adolescenza. Questa modalita’ si ripete come uno schema di comportamento disadattivo quando, pur di fronte ai ripetuti fallimenti sentimentali, si ha l’incapacita’ di modificare quei comportamenti che alimentano la creazione di una relazione disfunzionale e svalutante. Ricordiamo che la coppia e’ un’ entita’ dinamica che si evolve continuamente, per cui anche le modalita’ relazionali devono essere riadattate da entrambi i partner alle circostanze evolutive del rapporto.

Accettare ed esprimere le emozioni per liberarsi definitivamente dalla trappola relazionale di un narcisista patologico

Roma 2 febbraio 2016

 

A cura del dott. Marco Salerno

 

Accettare ed esprimere le proprie emozioni, vivere gli stati d’animo che ogni giorno attraversano la propria psiche e’ l’unico modo per combattere le illusioni a cui e’ soggetto chi ha vissuto o vive la relazione con un narcisista. L’ostacolo principale che impedisce di accettare quanto una relazione con un narcisista sia nociva e allo stesso tempo quanto questa inquini e contamini la propria vita  e’ il non voler prendere consapevolezza che il narcisista patologico sia una persona con gravi lacune emotive, incapace di provare empatia e di valutare le conseguenze delle proprie azioni. Il narcisista patologico danneggia chi si relaziona con lui/lei e  vive nella dimensione del “come se” secondo cui racconta quanto in futuro la vita con lui/lei sara’ fantastica anche se nel qui e ora e’ un vero inferno, caratterizzato da instabilita’, ricatti e sensi di colpa. La vittima di un narcisista patologico, pur patendo nella relazione, e’ fermamente convinta di avere la responsabilita’ di aiutarlo e comprenderlo, perche’ lo ama profondamente. Il nodo di questa affermazione risiede nel fatto che nessun adulto ha la responsabilita’ di salvare  e di farsi carico emotivamente di un altro adulto che non presenta significative necessita’. La dinamica relazionale che si instaura e’ completamente insana poiche’ si basa sull’assunto che per amare una persona si deve sacrificare se’ stessi anche al costo di essere danneggiati e feriti.  Abbandonare l’illusione che il narcisista cambi per amore, significa prendere coscienza che la relazione che si ha vissuto fino ad allora era insana e non fondata su un amore gratuito ed autentico. Per liberarsi dai pensieri ossessivi che riportano continuamente a pensare alla relazione, ad interrogarsi cosa si poteva fare di piu’ per migliorarla o salvarla e’ utile seguire le seguenti indicazioni:

Medicare le ferite dell’anima: come rinascere dopo la fine di un rapporto con un narcisista

Roma 28 gennaio 2016

 

a cura del dott. Marco Salerno Il passo piu’ importante da compiere per riprendersi emotivamente dopo aver avuto una relazione con un/a narcisista e’ quello di mettersi al centro del proprio mondo, prendendo coscienza che non puo’ esserci altra persone se non se stesso che puo’ prendersi cura, rispettare e garantire protezione e stabilita’ emotiva.  Trattare se stessi come vorremo che gli altri facessero con noi e’ l’unico modo per tenere lontano le persone che intossicano la propria esistenza con ricatti, manipolazioni e sensi di colpa. Dopo aver interrotto la relazione con un/a narcisista e’ indispensabile  non farsi piu’ riagganciare e ritornare a verificare se la persona e’ cambiata per alleviare il senso di vuoto e la sua mancanza. Il narcisista patologico nella maggioranza dei casi non cambia mai. Quando e’ presente il desiderio di tornare ad avere una relazione con un narcisista si innesca un processo di scissione e di rimozione, secondo il quale si separano i ricordi negativi  da quei pochi positivi e si rimuove tutto cio’ che ha fatto stare male, ricordando solo la sensazione di inebriamento e di piacere che le sue parole procuravamo quando  raccontava quanto amava e teneva alla relazione. Tali parole pero’ non si sono mai tradotte in azioni e tanto meno hanno costituito la base per avviare un progetto di vita comune. Il ritornare sui propri passi su spinta della nostalgia e della mancanza puo’ essere evitato solo ricordando il dolore  e le aggressioni verbali e fisiche ricevute, in questo modo si evitera’ di confondere la dipendenza e l’ossessione con la mancanza di un rapporto sano.

Dire basta al senso di colpa: strategie per vivere una esistenza libera dai ricatti affettivi

 

Roma 16/01/2016

 

a cura del dott. Marco Salerno

 

Il senso di colpa arriva di soppiatto, non da preavvisi ma si materializza in tutta la sua distruttiva maestosita’ all’improvviso, come una morsa che mette con le spalle al muro, provoca dolore ed impedisce di godere della vita. Chi lo prova sente di aver sbagliato ed aver arrecato sofferenza, pur non spiegandosi perche’ . Questo terribile nemico compare sistematicamente ogni qual volta si prova a fare una scelta tenendo conto solo dei propri bisogni. Il senso di colpa quando si presenta con frequenza, compromette seriamente la possibilita’ di vivere pienamente nel rispetto di se’ e di fare scelte libere. E’ importante distinguere tra senso di colpa e vergogna. La vergogna e’ uno stato d’animo associato allo sguardo degli altri, fa provare un senso di inferiorita’, di imbarazzo, fa sentire meno bravi degli altri e non all’altezza. Il senso di colpa invece e’ la condizione che si prova quando si immagina di aver compiuto uno sbaglio, di aver fatto un torto a qualcuno o che una determinata decisione sicuramente arrechera’ dispiacere o togliera’ qualcosa alle persone a cui si vuole bene.  Il senso di colpa non ha necessariamente una connotazione negativa, alcuni sono sani altri meno. Il senso di colpa sano emerge come conseguenza di un errore accertato, compiuto nei confronti di qualcuno e aiuta a rispettare le regole quando le si trasgrediscono e a non fare del male. Il senso di colpa insano o patologico invece si presenta quando non c’e’ alcun errore oggettivo che possa spiegarlo ma e’ la conseguenza di un errore di attribuzione di significato per il quale si crea un nesso logico incongruente tra una condizione immaginata (la propria scelta)  e la conseguenza negativa generata da questa condizione. Il nesso causa effetto e’ totalmente arbitrario e non supportato da alcuna evidenza logica se non dalle proprie considerazioni personali.