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Come affrontare un manipolatore seriale

Roma 31 luglio 2014 A cura del dott. Marco Salerno Il manipolatore seriale è una persona (può essere sia un uomo che una donna) che aggredisce e critica verbalmente la propria vittima, la sua interazione relazionale è un gioco il cui esito è sempre quello di mettere l’interlocutore nella condizione di soddisfare le proprie richieste facendo leva sul senso di colpa, il vittimismo e la menzogna  (lose-lose situations). Quando si incontra un manipolatore seriale, si avverte una sensazione di confusione, non si ha chiaro quale comportamento adottare per paura di essere criticati, ci si sente come in un vortice di emozioni indefinite, svuotati della propria energia.  I narcisisti sono i manipolatori seriali più diffusi,  non sono capaci di empatizzare con le persone e di riconoscere le emozioni. Sono esclusivamente focalizzati su di sé, sui loro bisogni e desideri come un bambino di due anni che chiede attenzione continuamente. A volte assumono un comportamento particolarmente seduttivo e carismatico, strumentale a soddisfare le loro necessità.

Divorzi grigi: le separazioni over 60

Roma 21 luglio 2014 A cura del Dott. Marco Salerno I divorzi over 60  sono sempre più diffusi poiché ci si accontenta sempre meno di un matrimonio che non  soddisfa affettivamente, percepito come frustrante e difficile. I valori dell’autorealizzazione e dell’individualismo si sono affermati in modo radicale, l’indipendenza femminile, l’allungamento medio della vita e i farmaci che influiscono sull’umore e le prestazioni sessuali hanno aperto notevoli opportunità per reindirizzare la propria vita verso nuove scelte, dedicando più tempo a se stessi. Le relazioni over 60 che terminano con un divorzio spesso sono rapporti di lunga durata, compromessi da conflitti più o meno manifesti, da una iniqua gestione della relazione e da un allontanamento di una delle due parti che si è consumato lentamente nel tempo. Tornare singoli dopo decenni di matrimonio significa iniziare a pensarsi e a vivere nuovamente come individui e concedersi la possibilità di costruire una nuova esistenza. Alcune coppie si scoprono estranee dopo aver cresciuto i figli e sentono il bisogno, dopo aver tentato di salvare il matrimonio, di rifarsi una vita.

Liberarsi dall’ossessione per il cibo

Roma 14 luglio 2014

 

A cura del Dott. Marco Salerno psicologo psicoterapeuta a Roma

 

Le donne afflitte dall’ossessione per il cibo  sono persone sempre disponibili ad aiutare gli altri, vanno incontro a tutte le richieste fatte dalla loro famiglia, sul lavoro, nelle relazioni, pur di mantenere la pace e ricevere un po’ di amore a discapito  del riconoscimento e della soddisfazione dei propri bisogni piu’ intimi. Sono state bambine poco amate, trascurate o manipolate dai genitori, alle cui richieste hanno sempre aderito automaticamente, tanto da non comprendere mai cosa vogliono neanche da adulte. Instaurano relazioni con un partner bisognoso di aiuto, di cui prendersi cura, arrivano ad essere a volte anche sfruttate per la loro disponibilita’ e colmano il senso di vuoto e la frustrazione con il cibo. Non riescono a riconoscere le loro emozioni che sedano con il mangiare prima che vengano a galla, il dolore rimane sepolto e alla rabbia non viene dato il permesso di uscire per paura di ferire le persone  a loro piu’ vicine. Soddisfare le aspettative altrui crea in queste donne una fitta nebbia emotiva che avvolge ogni emozione, tanto da non essere in grado di riconoscere cosa realmente vogliono e chi sono. Arrivano sempre per prime a riconoscere le necessita’ di chi amano tanto che chi sta loro vicino non le conosce realmente. Hanno una identita’ poco definita e a volte frammentata, costituita da parti di se’ e da altre prese in prestito dalle persone di cui soddisfano i bisogni.  Riconoscono che e’ arrivato il momento di cambiare quando arriva quello che la psicologa Renate Gockel definisce “l’ultimo avvertimento”, il momento in cui raggiungono la consapevolezza che le consente di osservare la propria vita e di rendersi conto che e’ necessario invertire la rotta, assumendosene la repsonsabilita’. Gradualmente imparano ad esprimere i loro bisogni, le emozioni  e i pensieri che hanno sempre sedato con il cibo e arrivano a mettere in discussione la vita che avevano condotto fino ad ora per essere sempre piu’ oneste con se stesse.  Il percorso di consapevolezza non e’ facile e indolore poiche’ devono individuare quali sentimenti non  riescono a tollerare e che rimuovono mangiando. Questo comporta accettare i sentimenti e le emozioni sgradevoli per trovare nuove alternative di reagire senza ricorrere piu’ al cibo.