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Adolescenti, bambini di ieri giovani di domani

Roma 28 ottobre 2013

A cura del dott. Marco Salerno psicologo psicoterapeuta umanistico integrato a Roma

L’adolescenza e’ una delle fasi della vita piu’ difficili da affrontare, soggetta a radicali modifiche psicofisiche e caratterizzata da un forte bisogno di conoscersi e di dare un senso alla propria esistenza. I figli in questo periodo iniziano ad abbandonare il regno dell’infanzia dove i genitori erano i regnanti assoluti, figure uniche di riferimento, portatori di una verita’ indiscutibile, per incamminarsi lungo un percorso, la cui meta e’ ancora sconosciuta ma allo stesso tempo fortemente desiderata. Il passaggio da bambino ad adolescente ha come obiettivo quello della costruzione di una nuova identita’ che deve fare i conti con lo sviluppo fisico e sessuale, confrontarsi con il bisogno di individuarsi, di scopririsi e di definire nuove relazioni con il gruppo dei pari. Pur scalpitando in ogni modo per allontanarsi dai genitori, l’adolescente ha ancora bisogno della loro guida, essi si trasformano da figure accudenti dell’infanzia, grazie a cui il bambino dava un senso alla realta’ tramite gli occhi degli adulti, a pilastri di sostegno e di contenimento nei momenti di crisi, ancore di salvezza a cui appigliarsi quando gli urti della crescita diventano troppo forti, per poi riprendere il cammino da solo.  I comportamenti provocatori dei figli adolescenti sono da leggere come richieste di sostegno e di ascolto che il genitore ha il dovere di comprendere per non farlo sentire solo e per monitorare il suo sviluppo.

Personalità e strategie del manipolatore perverso

17 ottobre 2013

A cura del dott. Marco Salerno psicologo psicoterapeuta umanistico integrato a Roma

I manipolatori perversi sono uomini e donne che hanno come obiettivo più o meno consapevole quello di agire attraverso la manipolazione e il raggiro per far compiere al proprio interlocutore delle azioni che tornano ad esclusivo vantaggio personale. Ogni relazione che vivono deve sottostare alle loro condizioni e rispettare le loro richieste. L’indizio di trovarci di fronte ad un manipolatore perverso è la sensazione di soffocamento che proviamo quando ci rapportiamo a lui, dovuta alla presenza costante di critiche, insinuazioni, sarcasmo che hanno come scopo finale quello di distruggere l’autostima fino a indurre una incapacità di vivere adeguatamente la propria vita. Avrete l’impressione che godrà nell’umiliarvi e che non vorrà mai mettersi in discussione poichè non accetta alcuna critica ma preferisce criticare  e accusare piuttosto che confrontarsi in modo adulto. Il gancio che vi terrà legata a lui è  che a volte vi darà l’impressione di amarvi pur non provando alcun sentimento e trattandovi male, siete solo lo specchio in cui si riflette.
P.Chapaux-Morelli e P. Couderc sostengono che un certo grado di  manipolazione è presente in ogni relazione mentre per il manipolatore perverso, la manipolazione costituisce il perno di ogni sua interazione. È proprio la continuità nel tempo che conferisce alla manipolazione la caratteristica di perversione, poiché è l’unica modalità conosciuta per entrare in contatto con le persone.

Sei un dipendente affettivo? Verificalo ora!

Roma 13 ottobre 2013 A cura del dott. Marco Salerno, psicologo psicoterapeuta umanistico integrato a Roma

Ogni relazione si caratterizza per un certo grado di rischio riconducibile al fatto che non e’ possibile ricevere alcuna assicurazione sulla durata del rapporto. Il grado di incertezza diventa tanto piu’ tollerabile quanto piu’ la relazione si basa sulla sincerita’reciproca, progetti di vita condivisi, onesta’, possibilita’ di confrontarsi apertamente ed essere se’ stessi. Solo un sano grado di autostima e di autonomia affettiva consente di intessere un rapporto affettivo significativo con una persona evitando di dipenderne. Quando invece ogni relazione che viviamo scatena costantemente la paura di soffrire e di perdere l’amore del nostro partner, probabilmente siamo dei dipendenti affettivi. Il dipendente affettivo vive nel perenne mito dell’amore ideale, immagina una relazione ma non riesce mai a viverla completamente poiche’ con il nascere delle prime emozioni inizia a percepire instabilita’ e  paura di soffrire. Mette in atto lo schema affettivo della ricerca spasmodica di consenso del partner, fino ad arrivare in alcuni casi a soffocare la relazione stessa per poi ad essere lasciato. Questa condizione non gli permette di godere dell’affetto e delle emozioni della relazione ma rafforza solo le convinzioni erronee su di se’ e il senso di colpa nell’avere fatto fallire un ennessimo progetto affettivo. Ma cosa si intende per dipendente affettivo? Qui di seguito sono elencati i 12 comportamenti piu’ significativi che lo caratterizzano:

Identikit del manipolatore affettivo

Roma 9 ottobre 2013

A cura del dott. Marco Salerno, psicologo psicoterapeuta umanistico integrato a Roma

Il manipolatore affettivo è una personalità patologica che si nutre della vitalità e delle emozione delle sue vittime. Le svuota gradualmente di ogni energia fino a farle sentire sbagliate e oppresse dopo aver perpetrato azioni continue di disprezzo, di critica, di ricatti alternandoli a momenti caratterizzati da un forte desiderio di relazione, ricercati solo quando gli sono utili. Tende a passare per vittima e ad attribuire sempre la causa dei suoi errori ad altri, senza mai assumersene la responsabilità. Nelle discussioni non accetta il rifiuto e vuole avere l’ultima parola  a costo di cambiare repentinamente opinione e di mentire per deformare la realtà a suo uso e consumo. I manipolatori non sono tutti uguali, adottano strategie e comportamenti diversi a seconda del loro carattere:

1) manipolatore simpatico: appare come una persona a suo agio con se stessa e con gli altri, la sua comunicazione è fluida e spigliata, è estroverso e socievole, di bell’aspetto e cerca di entrare subito in intimità facendo confidenze e complimenti alla propria preda. Il suo obiettivo è di chiedere piccoli favori in un clima di pseudo fiducia e complicità dopo avervi fatto qualche regalo o ascoltato. La manipolazione inizia a venire a galla quando la vittima si rende conto che nella relazione c’è posto solo per lui e per i suoi bisogni, dal momento in cui questi non saranno corrisposti interromperà ogni genere di contatto.

La violenza sulle donne, un’epidemia da debellare


Roma 1 ottobre 2013

A cura del dott. Marco Salerno, psicologo psicoterapeuta umanistico integrato a Roma


Le testimonianze delle violenze sulle donne che spaziano da quelle psicologiche a quelle fisiche per culminare  nel femminicidio vero e proprio, si stanno susseguendo a ritmi serrati in questi mesi e sono indicative di una cultura misogina ancora molto radicata nel nostro paese. Troppe donne vengono profondamente violentate se non uccise da padri, mariti e amanti con cui avevano un legame affettivo. La violenza domestica e’ la prima causa di morte nel mondo per le donne, in Italia, dove non esiste un vero osservatorio nazionale sul femminicidio, i dati allarmanti sono raccolti dalle varie associazioni di donne che denunciano una donna uccisa ogni 3 giorni. La violenza domestica e’ costituita da una serie di strategie messe in atto dal partner per indebolire la propria compagna e per assumerne il totale controllo,  coinvolgendo talvolta anche i figli. Un uomo violento crea un clima di tensione costante, di angoscia che si respira nell’aria, con l’obiettivo di isolare sempre  piu’ la propria vittima attraverso minacce, ricatti, induzione di sensi di colpa e denigrazioni. Questi comportamenti possono emergere in qualunque momento della relazione, all’inizio, quando nasce un figlio o anche dopo molti anni. Gli episodi violenti hanno una frequenza crescente e solo in alcuni casi si esauriscono con la denuncia dell’aggressore.